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Messina ricorda "l'indimenticabile ambasciatore della cucina" Alberto Sardella. Il controviale di Mortelle da oggi porta il suo nome

A proporre l'intitolazione del controviale l’associazione “Gli Amici di Mortelle” presieduta da Giancarlo Cordasco, per dar voce alla memoria grata e all'affetto di generazioni di messinesi che hanno frequentato lo storico locale.

“All’indimenticabile ambasciatore della cucina messinese”: recita così la targa apposta sul controviale di Mortelle, da oggi intitolato ad Alberto Sardella, icona della gastronomia dell’Stretto, titolare dello storico ristorante Sporting aperto sul litorale nel 1965. E’ stato il Sindaco Federico Basile insieme a Emma Sardella, figlia del compianto ristoratore, a scoprire la targa voluta dall’associazione “Gli Amici di Mortelle” presieduta da Giancarlo Cordasco, che con questa iniziativa ha voluto dar voce alla memoria grata e all’affetto di quanti portano nel cuore il ricordo di quel posto. L’assessore Enzo Caruso e il giornalista Attilio Borda Bossana, insieme a Cordasco, hanno ricordato lo “Chef d’oro” nel corso di un brindisi tenutosi nelle terrazze dello Sporting.

 

 

La storia
Nella sua pubblicazione “Saperi e…sapori della città di Messina” Borda Bossana delinea la figura di Alberto Sardella. “Nato il 24 settembre 1926 a Canneto di Lipari, secondogenito di una famiglia di tredici figli, con un nonno materno gestore di una tipica bottega di vino nella quale si preparavano anche piatti eoliani, Alberto si trasferì a dodici anni a Messina, cominciando la sua avventura tra pentole e sala da pranzo, ospitato da parenti che operavano nel campo della ristorazione. La città del dopo guerra aveva prospettive provinciali per le sue aspirazioni, e nel 1957 raggiunse l’Havana (Cuba) per dirigere un grande ristorante italiano, meta di ricchi americani e di un turismo di élite. Il movimento insurrezionale che portò Cuba al rovesciamento della dittatura di Fulgencio Batista e all’ ascesa al potere di Fidel Castro nel 1959, spazzò via il mondo dorato dell’arcipelago dei Caraibi settentrionali, e Alberto rientrò a Messina ove venne assunto prima al Grand Hotel di Messina, all’isolato 111 del viale San Martino di proprietà dell’attore tragicomico Angelo Musco, e successivamente alla direzione di vari ristoranti. Nel 1965 assecondando la voglia di realizzare qualcosa di proprio, rilevò lo Sporting di Mortelle con circa 350 posti; scelta coronata già l’anno dopo, quando con gli viene assegnato il “Cuoco d’Oro” per le sue “braciolette di spada alla griglia”, celebrate nel piatto del Buon Ricordo, portabandiera della migliore cucina regionale italiana. La sua cucina a base di pesce e di primi piatti estremamente profumati (senza dimenticare la geniale invenzione dell’allestimento della famosa zona dei suoi, mai eguagliati, antipasti), lo porta ad essere apprezzato non solo in Sicilia, ma a livello nazionale. Nel 1974 gli fu assegnato il prestigioso riconoscimento nazionale, unico in Sicilia, del diploma di Cucina Eccellente da parte dell’Accademia Italiana della Cucina L’ultimo “sogno” di Alberto si realizzò, nel 1976, con la creazione di un locale nel centro della città, in via Ghibellina, con un’atmosfera raccolta ed elegante, ove pur restando ancorato alle tradizioni gastronomiche della sua terra, con spirito innovativo sperimentò una Nouvelle Cuisine fatta di sapori, profumi e colori ottenuti dall’uso sapiente di ortaggi locali miscelati ai piatti di carne o di pesce o ai primi piatti, come il risotto alle fragole o alle rose, che riscossero consensi sempre maggiori. L’arte di Alberto ha avuto modo di essere conosciuta e apprezzata anche a San Francisco, in occasione di una applauditissima performance, recensita da America Oggi Magazine dove addirittura fu appellato come “Alberto da Messina”; a Londra, al Savoy Hotel, e poi Copenaghen con un susseguirsi di confronti e sempre maggiori successi, come dimostrarono innumerevoli riconoscimenti ottenuti”.

 

 

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