Il porto più strategico dell’Autorità di sistema rischia di rimanere senza... portuali! L’ennesimo paradosso che si registra nella città del Capo, un tempo fiorente mercato dell’occupazione che ruotava attorno ai traffici commerciali dello scalo marittimo con l’allora Compagnia portuale che rappresentava un riferimento per tutta la Sicilia. Oggi, invece, il porto di Milazzo rischia di diventare un oggetto estraneo ai milazzesi. Ancor di più rispetto alla politica restrittiva dell’Authority, che praticamente ha reso off limits ogni angolo di quello che era il porto storico, a cominciare dal Molo Marullo. Ma questo è altro discorso.
Quello che oggi conta è questa emergenza occupazione. La città non può rimanere impassibile di fronte alla possibilità che si perdano anche gli ultimi posti di lavoro all’interno dell’area portuale. Da una sessantina che erano negli anni passati, oggi sono rimasti in nove e tutti rischiano di finire a casa.
La questione sarebbe legata all’assenza di commesse che mettono in discussione una convenzione in atto esistente e in vigore sino al 2027, che garantiva occupazione, seppur a livelli minimi ai nove portuali rimasti nella cooperativa. Maestranze che sono state informate del loro destino e che hanno lanciato un sos alle istituzioni. Ma sono consapevoli di poter fare poco contro quelli che definiscono «gli estranei che ormai decidono le sorti di Milazzo».
A pensarla diversamente è invece il sindaco Pippo Midili, che appresa seppur in maniera ancora non ufficiale la notizia, si è attivato chiedendo immediatamente l’apertura di un tavolo di confronto con l’Autorità di sistema portuale, per discutere il destino dei nove dipendenti a rischio perdita occupazionale, ma anche del futuro dell’intera area portuale. Il primo cittadino si è rivolto anche ai deputati regionali e nazionali, chiedendo «un impegno concreto su questa realtà», e al presidente della Regione Renato Schifani di nominare «all’interno della cabina di regia dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto, un milazzese in rappresentanza della Regione, considerato che Milazzo, che regge economicamente tutto il resto del sistema, ne è stata esclusa dalla normativa nazionale».
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