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I retroscena dell'operazione antidroga, il gruppo di Genovese tra Barcellona e Milazzo

I nuovi retroscena della maxi operazione antidroga della Procura e dei carabinieri di Messina che ha portato a 112 arresti in tutta la provincia

A comandare uno dei gruppi di rifornimento e spaccio barcellonesi, smantellati dalla recente operazione della Procura di Messina diretta da Antonio D’Amato e dai carabinieri, che lunedì notte ha portato a 112 arresti tra la Sicilia e l’Italia, era Filippo Genovese detto lo “Scozzese”.
Il quale - scrive il gip Eugenio Fiorentino nella sua ordinanza di custodia, una delle tre confluite nella maxi operazione -, avvalendosi di una fitta rete di pusher, spacciava prevalentemente nel territorio milazzese e barcellonese sostanza stupefacente del tipo cocaina, marijuana e in esclusiva la “Spice X”.
Le indagini, in questo caso dei carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, con la pm Veronica De Toni applicata alla Dda di Messina per l’inchiesta, hanno consentito di costruire - spiega il gip -, un solido quadro di gravità indiziaria in ordine all’esistenza di un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, nonché ad una pluralità di reati fine. E al contesto, in questo filone d’indagine, si sono poi aggiunte (“rilevante contributo dichiarativo”), le dichiarazioni fornite dallo stesso Genovese e da Gabriele Abbas, un altro elemento di vertice dell’associazione, entrambi divenuti nel frattempo collaboratori di giustizia, nonché i racconti di altri indagati, ovvero Alessandro Abbas, fratello di Gabriele, Alessia Fugazzotto, compagna di Genovese, e del cittadino marocchino Khalid Selloum.
Il sodalizio - scrive il gip Fiorentino -, ha dimostrato di essere profondamente strutturato, atteso che ha continuato ad essere perfettamente operativo anche nei momenti di fibrillazione affrontati: in particolare, dell’arresto del capo, nonché di numerosi componenti dello stesso, essenziali per la sua operatività, con una capacità del gruppo di recuperare i crediti, acquisiti in forza delle cessioni di sostanza stupefacente, ricorrendo in taluni casi a minacce ed atti intimidatori di particolare gravità. Ci sono alcune episodi emblematici del contesto, vissuti praticamente in diretta dai carabinieri durante le indagini, che vale la pena ripercorrere.

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