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Messina, quella "piovra" che a Giostra distribuiva la droga in città: ruoli e retroscena del gruppo

I diversi ruoli ricoperti nello spaccio e l’apporto di Abate, Castorino e Savoca

Aveva un organigramma ben definito il gruppo che al rione Giostra distribuiva la droga in città e in provincia, smantellato dalla maxi operazione di lunedì notte dopo l’indagine della Procura diretta da Antonio D’Amato e dei carabinieri. Lo delinea nella sua ordinanza di custodia la gip Monia De Francesco, che in ben 400 pagine racconta l’intera genesi e gli sviluppi dell’indagine.
L’attività investigativa - spiega la gip -, ha consentito di svelare l’operatività, per un significativo arco di tempo, e fino all’attualità, di un’articolata organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti, di natura eterogenea, avente la disponibilità di armi e in collegamento anche con altre realtà territoriali, messa in piedi originariamente, quale capo promotore da  Giuseppe Mazzeo, che manteneva la sua vitalità anche dopo il suo arresto grazie al contributo significativo di Rosario Abate, Giuseppe Castorino e Maurizio Savoca.

Loro tre infatti - prosegue la giudice -, sfruttando come base logistica l’abitazione di Abate hanno proseguito, con una composizione organizzativa parzialmente diversa e dimostrando una non comune pervicacia criminale, una costante e continuativa attività di smercio di droga che consegnavano a singoli acquirenti o ad altri membri del gruppo che provvedevano, a loro volta, ad immetterla sul mercato utilizzando un ben collaudato modus operandi.

Il gruppo in esame - dice la gip De Francesco -, presenta una composizione eterogenea poiché comprensivo tanto di soggetti stabilmente dediti all’attività di spaccio alimentata grazie allo stupefacente sistematicamente rifornito dalla congrega (quali Centorrino Andrea, Conti Angelo, Bellantoni Fabio, Astone Antonino, Astone Luca Michaelgabriel, Messina Filippo, Milanese Domenico, Papale Maurizio, Rizzo Giovanni, Vento Gianluca e Galati Massaro Sebastiano, tutti ritenuti clienti abituali) quanto da quegli indagati che a vario titolo hanno prestato un’attività di fatto essenziale e sovrapponibile a quella dell’associazione (si pensi a Gangemi Giuseppe e Costa Salvatore impiegati come corrieri del gruppo ma anche quali intermediari con clienti abituali e fornitori, spesso coinvolti in discussioni delicate riguardanti importanti scelte organizzative).

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