La sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato la proroga delle concessioni balneari in Sicilia illegittima per violazione della direttiva europea Bolkestein non scuote il mondo dei lidi messinesi. O meglio, le incertezze degli attuali gestori che c’erano prima sono rimaste immutate. Solo che ora c’è meno tempo per le contromisure. L’anno scorso la Regione “provò” a prorogare al 30 aprile il termine per la presentazione delle domande di rinnovo delle concessioni , facendole arrivare sino al 2033.
«La sentenza della Corte Costituzionale non è un fulmine a ciel sereno per noi – dice Santino Morabito, segretario della Fiba Confesercenti, il sindacato dei gestori dei balneari– . Sapevamo che non avrebbe avuto esito positivo l’intervento della Regione del 2023, era giuridicamente un po’ “leggero”. Tuttavia in questo momento non ha effetti sostanziali sulle nostre attività. La vera anomalia è che sia stato un governo di centrodestra ad impugnare una norma varata da un altro governo di centrodestra, quello della regione siciliana».
Ma cosa cambia per i 33 lidi messinesi. «Nulla in termini immediati – prosegue Morabito – perché il titolo della concessione è già scaduto il 31 dicembre del 2023 ma è anche vero che siamo in regime di proroga perché non si può interrompere il servizio fino all’insediamento di un nuovo concessionario».
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