Messina

Martedì 22 Ottobre 2024

Messina, contro la siccità meno acqua per tutti. Ecco la tabella Amam con le zone e le ore di erogazione

La crisi idrica costringe l’Amam a rivedere gli orari della distribuzione in città. L’azienda di viale Giostra ha rivisto la tabella dei tempi di erogazione rione per rione. In media la riduzione è stata di un paio di ore e anche chi aveva il servizio h24, adesso, dovrà farne a meno. «La riduzione – dice la presidente di Amam Loredana Bonasera – è una naturale conseguenza della minore disponibilità di acqua. Non siamo noi a volerla conservare piuttosto sono le riserve che si consumano prima di quanto non avvenisse negli scorsi anni». Messina pur non essendo nelle condizioni gravissime nelle quali è, per esempio, Agrigento e la sua provincia, deve avviare le procedure per risparmiare quanta più acqua possibile. E allora il sindaco Basile si affida ai cittadini e a un uso responsabile del liquido. Ma è costretto anche a dover dare un taglio alle ore di erogazione che vengono garantite ai vari rioni cittadini. Meno acqua un po’ per tutti per evitare che si arrivi al blackout idrico. «Non arriveremo al punto di non poter garantire acqua per un giorno intero alla nostra città» assicurano il direttore generale Salvo Pucco e il primo cittadino che però è palesemente preoccupato dall’escalation della crisi visto e considerato che anche le previsioni per i prossimi due mesi non promettono nulla di buono: non ci saranno precipitazioni di rilievo e ci dovrà bastare l’acqua conservata nelle nostre montagne. «E meno male che abbiamo avviato in tempi non sospetti, ma con lungimiranza, tutta una serie di progetti e lavori che adesso ci tornano utili e non ci fanno essere in una assoluta emergenza», dice ancora Federico Basile. Il riferimento è ai lavori effettuati in questi ultimi sette mesi sul Fiumefreddo con cinque interruzioni idriche, al cantiere per la realizzazione di un secondo grande serbatoio a Montesanto che sarà pronto a novembre e che sarà un ulteriore polmone da sfruttare per allentare la pressione della siccità. E ancora i lavori del Pnrr attraverso i quali saranno sostituiti 150 km di tubazione della rete più prossima alle case dei messinesi e dalla quale si registrano perdite di oltre il 50% dell’acqua che la città ha a disposizione. Ma evidentemente tutto questo nell’immediato non può bastare per attenuare la morsa della siccità galoppante. E così è stato deciso di rivedere la tabella della erogazione nei 77 distretti in cui è divisa la città. Erano una trentina quelli che, a regime, hanno avuto nel recente passato l’acqua per tutto il giorno (adesso nella tabella in vigore da giovedì, sono 18). Per tutti gli altri invece l’erogazione è a fasce orarie e si va dalle tre ore al giorno alle 19. Passando in rassegna la tabella pubblicata da Amam si scopre che ci sono diverse zone che avranno acqua per sole tre o quattro ore. Un tempo che oggettivamente sembra breve per fare scorte per tutto il giorno. A tre ore si fermano Castanea (erano sei giugno del 2023) e l’Annunziata alta zona Università (un’ora in meno) . A quattro arrivano il quartiere Lombardo (meno 2), viale Giostra bassa , via Palermo bassa, Tremonti (–3), la zona dell’Annunziata bassa fra via Leonardi e via Idelson (–1) e il villaggio di Massa San Giorgio (–3). A cinque ore o cinque ore e mezzo arrivano invece zone molto popolose come Cep, villaggio Unrra, Minissale e Contesse a sud (riduzione di 2 ore). In centro questa erogazione deve bastare alla zona residenziale di viale Boccetta, viale P. Umberto, v.le Regina Elena, villaggio Svizzero, viale Regina Margherita, litoranea fino a Pace (–2). E ancora San Jachiddu (–2) e a nord le contrade Sorba, Catanese, Citola ( nessuna riduzione) Fondelli e Canali (–1). Il tutto al netto di riduzioni che i condomini possono avere per pendenze arretrate con Amam che renderebbero ancora più difficile riempire le riserve. Per non parlare della pressione che in questo periodo è più bassa e che quindi potrebbe portare meno acqua e soprattutto non farla arrivare nei punti più alti o agli ultimi piani dei palazzi. «Maggiore è il consumo di acqua è più velocemente si svuoteranno i serbatoi a disposizione di ciascun rione riducendo la disponibilità di liquido per la popolazione», ha detto la presidente Bonasera per spiegare la logica degli interventi e della ridotta disponibilità che la situazione impone. La riduzione di portata più preoccupante è quella legata all’acquedotto della Santissima che è passato da poter erogare 200 litri al secondo in inverno e 150 in estate agli attuali 100, con la bella stagione che appena cominciata. E poi c’è il tema dei pozzi e delle sorgenti sparse per la città. Anche questi hanno avuto riduzioni del 30 o 40% e sono tanti i rioni che sono “dipendenti” da quelle fonti locali. Ma, soprattutto sul medio periodo, preoccupa la situazione del principale “fornitore“ di acqua della città. La rete del Fiumefreddo si trova nel cuore del vulcano Etna. L’acqua che penetra tra le rocce della montagna e che proviene dalla pioggia, e soprattutto dalla neve caduta nell’inverno precedente, arriva in grandissime vasche che si trovano alla base del vulcano. Le pompe con le quali viene catturata quest’acqua sono posizionate a una profondità di 2,20 m dal livello ordinario delle vasche. La crisi idrica ha ridotto l’altezza a disposizione a soli 70 cm , in pratica è come se il 60% dell’acqua a disposizione normalmente non lo fosse più. Amam ha chiesto, straordinariamente, alla Regione di poter avere l’autorizzazione di poter abbassare il punto di pompaggio di qualche metro per avere maggiori margini ed evitare che si arrivi a non poterne più pescare. E di questo passo non è affatto una prospettiva estrema.  

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