I giudici della sesta Sezione della Corte di Cassazione, hanno rigettato i ricorsi di tre indagati di Barcellona coinvolti nell'inchiesta antidroga denominata in codice “Ventini”, condannandoli al pagamento delle spese processuali.
Il rigetto del ricorso ha subito provocato, in forza dell’ordinanza del Collegio dell'Appello del Tribunale di Messina, l'emissione da parte dei magistrati della Procura di Barcellona, diretta da Giuseppe Verzera e dei suoi sostituti, i pm Emanuela Scali e Luca Gorgone, di un ordine di esecuzione della misura cautelare per i tre indagati. Che è stato eseguito dai carabinieri della Compagnia di Barcellona al comando del capitano Lorenzo Galizia che, attraverso gli investigatori del nucleo operativo, hanno materialmente eseguito gli arresti domiciliari, con l'applicazione del braccialetto elettronico nel luogo che gli indagati hanno indicato all'atto dell'esecuzione della misura cautelare.
Destinatari del provvedimento cautelare sono: Rosario De Domenico, inteso “Susina”, 38 anni di Barcellona, difeso dall’avvocato Tindaro Grasso; Tommaso Costantino, inteso “Masino”, 21 anni di Barcellona, attualmente rinchiuso per altro reato nella casa circondariale di Barcellona, difeso dall'avvocato Sebastiano Campanella; Salvatore Spicuzza, inteso lo “zingaro”, 49 anni, originario di Biancavilla e residente a Barcellona, difeso dall'avvocato Gaetano Pino. Per un quarto indagato che non aveva presentato ricorso in Cassazione, Tindaro Pietropaolo, inteso “Tino”, 46 anni residente a rione Aldisio di Messina, dal quale il gruppo dei “barcellonesi” si sarebbe rifornito delle diverse tipologie di stupefacenti, la misura cautelare è stata eseguita in precedenza.
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