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Messina, Luigi Amabile dalla toga ad Amazon: "L'esistenza è rimettersi in gioco"

Luigi a 51 anni ha deciso di cambiare professione e città, stabilendosi in Piemonte

Dalla toga ad Amazon il passo è stato voluto e coraggioso. Il cinquantunenne Luigi Amabile ha abbandonato le aule di giustizia di Palazzo Piacentini per afferrare un presente, che ritiene sia migliore del passato e per spianare un futuro senza nubi, con il pensiero rivolto ai suoi figli che oggi hanno trovato la loro dimensione. La premessa non è confortante: «L'Italia, purtroppo, non è tutta la stessa, vi è ancora una forte scollamento tra Nord e Sud. Da noi i diritti diventano favori, mentre al Nord la realtà politico-sociale è assai diversa e ancora ha senso parlare di meritocrazia», afferma. Luigi ha scelto di studiare Giurisprudenza assecondando il sogno che coltivava da bambino e ha aperto il suo studio poi con convinzione lanciandosi nella professione scelta e amata come ha raccontato al quotidiano torinese “La Stampa” e alla Gazzetta del Sud. «Il mio “regno” di pratiche e cause – continua – è rimasto aperto per 12 anni ma dal 2012 c'è stato davvero un tracollo e tanti clienti hanno cominciato a chiedere il patrocinio gratuito. Follia, purtroppo. Lavoravo tantissimo, anche 13 ore al giorno, ma a fine mese, a conti finiti, stringevo tra le mani davvero poco. Così mi sono detto che dovevo fare qualcosa e ho cominciato a spedire il mio curriculum “a raffica”. Il mio attuale impiego l'ho trovato tramite una delle agenzie interinali, che qui funzionano benissimo. Come gli uffici di collocamento. La svolta per il mio percorso? Aprivano un nuovo polo logistico Amazon a Novara».
Il professionista in breve tempo è stato chiamato e di comune accordo con la famiglia ha deciso di fare i bagagli e partire. Solo con la sua macchina. Ha risalito lo Stivale scommettendo su sé stesso e sulle sue potenzialità. «Mentirei – ricorda – se non dicessi che è stata dura. E lo stesso percorso sarebbe difficile replicarlo per chi non ha almeno un capitale iniziale da investire. Sono partito come tutti con un contratto della durata di qualche mese, tre, e le agenzie immobiliari chiedevano la garanzia di un indeterminato per darti un tetto. Ho passato 20 giorni in albergo e dopo un mese ho trovato un monolocale piccolissimo a Romagnano Sesia. Macinavo 40 km all'andata e altrettanti a ritorno riabituandomi al nuovo impiego: dallo smistamento dei pacchi al controllo degli ordini. Per farla breve». Sacrifici che prima o poi sarebbero stati ripagati. Luigi ha vissuto per un po’ lontano dalla sua famiglia ma il 24 aprile del 2022 ha preso la penna con gioia per firmare l'indeterminato, organizzando di fatto una nuova vita, a Novara, con moglie e figli che a luglio lo hanno raggiunto. «Altra cosa che ci fa capire come le cose funzionino meglio? Mia moglie – ricorda – ha ricevuto altre 8-9 offerte di impiego e ora lavora al Tribunale di Novara. La nostra vita adesso è cambiata. Davvero in meglio».
L'avvocato messinese ha sposato un’altra causa e l'indomani della firma del contratto stabile ha deciso di portare avanti le rivendicazioni dei lavoratori con la Filt-Cgil: «Nel momento stesso in cui mi sono iscritto e ho cominciato a frequentare la sede della Filt, la Federazione italiana lavoratori trasporti, mi sono immediatamente reso conto del fermento e della voglia che c' è da parte di tutti di impegnarsi per aiutare i lavoratori per cercare di migliorare le loro condizioni di vita, non soltanto lavorative ma anche sociali. E ho aperto gli occhi anche sul quanto sia importante fare parte di un gruppo coeso. Oggi sono rappresentante sindacale di Amazon e così sto accrescendo le mie competenze di fondo mettendole a disposizione per il prossimo. Arricchimento doppio: personale e professionale perché il sindacato non è soltanto una sigla ma un coro unanime di persone che vogliono impegnarsi attivamente per cambiare il nostro Paese». Prima di congedarsi per i ragazzi il consiglio è uno. Osare: «Io ho rimescolato – conclude – le carte della mia vita abbastanza tardi e probabilmente mi pento soprattutto di questo. I giovani invece devono aspirare al meglio e non accontentarsi mai».

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