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Messina, spaccio di droga a Fondo Fucile: sono coinvolti in 32 I NOMI

La gup Arianna Raffa se ne occuperà per la prima volta il prossimo 17 luglio

Fissata l’udienza preliminare per l’inchiesta sullo spaccio praticamente gestito tutto in famiglia a Fondo Fucile dal gruppo dei Coppolino. La gup Arianna Raffa se ne occuperà per la prima volta il prossimo 17 luglio. Le pm Antonella Fradà e Annamaria Arena avevano chiesto a suo tempo il rinvio a giudizio per 32 indagati.

I nomi

Si tratta di: Andrea Coppolino, Piero Coppolino, Giovanni Coppolino, Alessio Coppolino, Sonia Longo, Caroline Currò, Francesco Pio Currò, Daniela Allia, Domenico Allia, Antonino Guerrini, Davide Crisari, Giosuè Orlando, Pietro Pappalardo, Umberto Suraci, Giuseppe Basile, Francesco Basile, Michael Soldino, Francesco Pellegrino, Bartolo Mussillo, Massimiliano Peluso, Alessandro Pandolfino, Giovanni Lombardo, Giuseppe Greco, Antonino Andreacchio, Fabio Venuti, Alessandro Coco, Chiara Pandolfino, Erika Spagnolo, Giuseppe Spagnolo, Cosimo Damiano Spagnolo, Emanuele Milazzo e Francesca Galli.

Gli avvocati difensori

Sono assistiti dagli avvocati Salvatore Silvestro, Giuseppe Donato, Tino Celi, Cinzia Panebianco, Maria Grazia Bertilone, Gaetano Pino, Giuseppe Bonavita, Fabrizio Formica, Tommaso Autru Ryolo, Alessandro Billè, Salvatore D. Giannone, Giovanni Mannuccia, Giulia Mannuccia, Antonello Scordo, Filippo Alessi.

Dentro il giro di spaccio c’erano praticamente tutti. Fratelli, genitori, compagne, cognati, consuoceri. E pure l’infermiere amico, perché un buon aggancio in ospedale, specie in tempi di Covid, faceva sempre comodo. Avveniva tutto o quasi in famiglia, nella piazza di spaccio di Fondo Fucile. La famiglia era quella dei Coppolino, che sono imparentati coi Turiano di Mangialupi. La piazza di spaccio è stata smantellata nel febbraio scorso dalla polizia con un blitz, che ha portato all’arresto di 26 persone, metà in carcere, metà ai domiciliari. L’attività di indagine, condotta dalla Squadra Mobile con l’ausilio di personale della S.i.s.c.o. iniziò nella seconda metà del 2020 con una perquisizione nell’abitazione di Fondo Fucile in cui abitava Andrea Coppolino. (n.a.)

La precisazione

In relazione all’articolo che riferiva della fissazione dell’udienza preliminare per l’indagine sullo spaccio, su richiesta dell’avvocato Giuseppe Germanà Bozza, precisiamo che per quanto riguarda alcuni degli imputati, non si tratta di traffico di sostanze stupefacenti, ma di altre contestazioni. E in particolare: per Alessandro Pandolfino e Giovanni Lombardo si tratta di una ipotesi di peculato per essersi appropriati di alcuni presidi ospedalieri; per Alessandro Pandolfino, Chiara Pandolfino, Damiano Cosimo Spagnolo, Francesca Galli, Erika Spagnolo, Giuseppe Spagnolo, Emanuele Milazzo, si tratta di una ipotesi di falsità materiale commessa dal privato, poiché in concreto secondo l’accusa avrebbero usufruito da parte del Pandolfino di un certificato medico nel quale si sarebbe attestata falsamente l’esecuzione, in realtà mai avvenuta secondo l’accusa, del tampone “negativo” per il Covid-19. Si tratta quindi di un troncone d’indagine secondario che non ha alcuna relazione con il traffico di sostanze stupefacenti contestato dalla Procura al gruppo dei Coppolino nel troncone principale dell’inchiesta.

Analoga situazione, per un altro capo d'imputazione, registrano Alessandro Pandolfino e Giuseppe Greco - spiega l'avvocato Alessandro Billè -, che non sono ricompresi nei reati di droga ma rispondono di una ipotesi di peculato poiché secondo l'accusa in qualità di infermieri del Policlinico tra l'aprile e il maggio del 2021 si sarebbero appropriati di alcuni flaconi di farmaci.

 

 

 

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