«Priorità al Messina»: Angelo Costa non ha dubbi, aspetta l’evolversi della situazione e non disdegnerebbe una permanenza in riva allo Stretto. «Sono licatese e sono stato otto anni al Licata, ma mi sono bastati pochi mesi per innamorarmi di questa piazza - ammette -. Ho avuto diversi contatti con il presidente Pietro Sciotto in queste settimane, con lui c’è grande stima reciproca e rispetto, ho trovato un patron vecchio stampo che quello che dice poi fa. Ho fiducia in lui e anche se non mi dovesse richiamare, sono certo che farà il bene del Messina perché della squadra è il primo tifoso».
Costa, intanto, sta trascorrendo queste settimane visionando giocatori in alcuni tornei giovanili e nelle ultime ore ha fatto tappa a San Vito Lo Capo. In attesa di conoscere il suo futuro: «Mi sono preso questi 15-20 giorni, finora non ho preso in esame altre ipotesi perché, come ho detto, metto Messina davanti a tutto. L’ho detto anche quando sono arrivato che questa realtà non è seconda a Catania o Palermo, anzi. Ribadisco il concetto».
Pronto a un eventuale “bis”, dunque, nonostante qualche dissapore che sembrava essere emerso sul finale di stagione: «Chiarisco subito che non si è trattato di qualcosa che potesse coinvolgere la proprietà, lo dico perché magari qualcuno può averlo interpretato così. Ci sono state delle visioni diverse ma è inutile tornarci, ne ho parlato con il presidente, è passato e comunque a me non piace fare polemiche. Credo e spero che si possa crescere ancora».
La sua figura come direttore generale, però, sembra essere “emersa” meno di ciò che questo tipo di ruolo richiede. Ecco anche perché oggi, l’ambiente peloritano si aspetta un dg che abbia un impatto diverso rispetto a quanto avvenuto negli ultimi mesi, sul piano del “peso politico”, del potere decisionale, dell’indirizzo generale strategico che serve a un club come l’Acr, in cui spesso è toccato al tecnico Giacomo Modica esporsi per fare sentire la voce della società, andando talvolta anche oltre ciò che appartiene strettamente al proprio ruolo. Un modo anche per “tutelare” il resto dello staff, facendo scudo, sfruttando l’identificabilità della propria figura per reagire a qualcosa che non andava, che fossero sviste arbitrali, problematiche legate ai campi di gioco o questioni logistiche.
Costa, con umiltà, ammette di avere reso “sotto livello”: «Potevo dare certamente di più e di questo sono dispiaciuto - prosegue -, ho reso al 10-20% ma ciò che è stato fatto o non è stato fatto ha sempre avuto come comune denominatore il bene del Messina. Di sicuro sono abituato prendermi delle responsabilità e magari ci sarà la possibilità di fare meglio. Dopo gli anni al Licata sono stato in Tunisia, in un calcio diverso ma con ampi margini di sviluppo, questa è stata un’esperienza importante tra i professionisti, mi volevo mettere in discussione e l’ho fatto. Ribadisco che Messina, comunque andrà, mi è entrata dentro».
In attesa, dunque, come mister Giacomo Modica, con cui i rapporti sono buoni, di amicizia anche fuori dal campo. La “fumata” sul tecnico è attesa a breve, già le prossime 24 ore potrebbero essere decisive. Poi si inizierà a pensare a tutto il resto. I tempi sono maturi.
Il dg Costa: "La mia priorità resta il Messina"
Apertura alla permanenza: «Ho reso al 20%, sono abituato a prendermi responsabilità»
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