
C’è bisogno di “idee forti”. E di gente che sappia tradurle in atti e fatti concreti. Quella del Polo internazionale delle Biodiversità marine con il Parco Blu delle Sirene e l’Eco Grande Acquario dello Stretto è sicuramente un’idea forte della Messina del prossimo decennio ed è tempo che gli enti e le istituzioni, dopo le interlocuzioni avvenute in questi ultimi anni (tutte sostanzialmente positive, dal Comune all’Università, dalla Regione all’Autorità di sistema portuale), comincino a dare sostanza a un grande progetto, che piace ai messinesi. E che potrebbe, assieme al recupero della Real Cittadella, essere un formidabile modello di rigenerazione urbana della Zona falcata.
Il prof. Iosè Gambino, docente del nostro Ateneo e autore degli studi che hanno dato origine a questa “idea forte”, collega la vicenda del Polo internazionale con la Giornata mondiale degli Oceani e dei Mari, che si è celebrata proprio ieri. Innanzitutto, in Italia, assistiamo a una vera e propria “anomalia”: «Appare strano che il tema dei mari e degli oceani – afferma Gambino –, per il nostro Paese, in questa Giornata mondiale, sia affrontato solo dalla città di Milano che, paradossalmente, in questo momento è quella che ha più relazioni con il Mediterraneo. Io ritengo che l’evento più importante, in Italia, si sarebbe potuto e dovuto svolgere in una città come la nostra, perché è un “unicum”, è la città dei due mari ed è la città che, con il suo Stretto, rappresenta una delle aree marine più interessate ad affrontare il tema della Giornata mondiale 2024, cioè “Risvegliare nuove profondità”».

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