Il parco Aldo Moro rischia di rientrare nella più classica delle casistiche della medaglia con due facce. La prima, che nessuno può certo negare e che rappresenta un merito altrettanto innegabile di questa Amministrazione, è la restituzione alla città di un'area da sempre negata, un polmone verde in una zona che ne era sostanzialmente priva, uno spazio da vivere per famiglie e non solo. Questa faccia della medaglia, però, non può certo diventare negazione a priori di qualsiasi osservazione o critica su un’inaugurazione che, a conti fatti, a molti è parsa frettolosa, ai più maligni così frettolosa da legarne il taglio del nastro alla tipica smania da inaugurazione delle campagne elettorali. Che si tratti o meno di speculazioni politiche, un’altra faccia della medaglia, fatta di correttivi da adottare (l’eclatante caso del manto erboso ingiallito ne è forse l’immagine più iconica), esiste. E a mostrarne diversi dettagli è un consigliere della municipalità nella quale il parco ricade, la quarta, Renato Coletta. Il quale, dopo un sopralluogo, parla apertamente di «cantiere frettolosamente smontato» e addirittura di «lavori incompleti o realizzati grossolanamente».
Nello specifico: «All’ingresso manca apposita cartellonistica, un pericoloso dosso in corrispondenza del cancello d’ingresso è la prima avvisaglia di un’area non fruibile per cittadini con diverse abilità o mamme con carrozzine al seguito». Il Comune ha già spiegato che saranno previsti dei parcheggi all'interno, ma al momento dell’apertura così non è stato.
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