Si è concluso con la condanna a quattro anni di reclusione il processo di primo grado nei confronti di un cinquantaquattrenne, originario di un centro della zona tirrenico-nebroidea, accusato di maltrattamenti e atti persecutori ai danni della ex moglie. I capi d’imputazione per cui l’uomo è stato ritenuto responsabile riferiscono di anni di soprusi, vessazioni e aggressioni verbali e fisiche nei confronti della donna, per un periodo ipotizzato almeno dal 1999 e sino al 2022. Condotte che sarebbero state determinate da una morbosa gelosia per la quale l’uomo, anche in presenza dei due figli minorenni, sottoponeva la coniuge ai propri atteggiamenti aggressivi, insultandola ed accusandola di presunte relazioni extraconiugali, esercitando un controllo ossessivo sui suoi spostamenti e il suo cellulare, minacciandola e in alcuni casi colpendola con schiaffi e pugni.
In un’occasione, secondo l’imputazione,il cinquantaquattrenne le avrebbe sferrato un pugno in fronte, facendole sbattere violentemente la testa; in un’altra, invece, si sarebbe scagliato persino contro il figlio, intervenuto a difesa della madre.
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