Messina

Sabato 02 Novembre 2024

Università di Messina: la "rivoluzione silenziosa" targata Spatari

In condizioni “normali”, la rettrice Giovanna Spatari avrebbe da poco tagliato il traguardo del primo mese di mandato. Ma tutto si può dire, tranne che siano state normali le condizioni nelle quali l’Ateneo ha accolto la prima “Magnifica” della sua storia: eletta a fine novembre, Spatari è stata catapultata praticamente dal giorno dopo (l’insediamento è avvenuto a metà dicembre) alla guida di una macchina rimasta bruscamente senza conducente, dopo la bufera che ha investito il precedente ermellino, Salvatore Cuzzocrea. Una bufera coi suoi strascichi, politici, mediatici e anche giudiziari, tutt’ora in corso. Ecco perché già oggi, sei mesi dopo l’elezione, si può già tracciare un primo bilancio per la rettrice Spatari, che nel frattempo è stata anche nominata delegata della Crui, la conferenza nazionale dei rettori, alle Politiche di genere. Un bilancio nel quale gli elementi di novità – qualcuno parlerebbe, forse maliziosamente, forse no, di discontinuità – sono più di quanto in campagna elettorale in tanti avessero previsto. Qualche esempio di questa “rivoluzione silenziosa”: gli audit avviati sulle procedure seguite nei dipartimenti (a partire da Chibiofaram, quello al centro della bufera di cui sopra) su appalti e forniture; la creazione di un regolamento proprio su appalti e l’acquisto di forniture sottosoglia; un regolamento sul funzionamento del Senato accademico (sembra incredibile, ma non esisteva); la scelta di procedere con avvisi pubblici, e non con nomine dirette, per la scelta dei futuri vertici della Ssd Unime (e, c’è da scommettere, anche di Unilav); la dichiarata intenzione di avvalersi di una squadra di governo “camaleontica” e non statica. E poi la novità forse più auspicata: il superamento di quella contrapposizione tra blocchi che aveva condizionato, e pesantemente, la quotidianità accademica negli ultimi anni. «La priorità di questi primi mesi è stata garantire continuità amministrativa, soprattutto per quanto riguarda il piano strategico, i bilanci, in generale il funzionamento dell’Ateneo – spiega la rettrice –. Abbiamo dedicato grande attenzione alle esigenze degli studenti, ad esempio con la rivisitazione delle tariffe dell’hotel Liberty, le cui residenze, infatti, adesso sono al completo. Proprio sulle residenze lavoriamo in sinergia con l’Ersu, è stato stanziato un finanziamento per mettere mano alla Casa dello studente, ma resta forte l’idea di un maggior coinvolgimento dell’imprenditoria locale. Altra priorità è stata lavorare alle scadenze del Pnrr, per le quali le criticità che esistono nella struttura tecnico-amministrativa impongono l’implementazione del personale. Ci sono concorsi in fase di espletamento per questo. - Parallelamente ci si attende anche una riorganizzazione degli uffici. «Certamente sì e verrà messa in atto. Il punto è che prima di pensare alle persone, sto pensando alle procedure. Insieme al Senato stiamo mettendo a punto una serie di regolamenti, che rappresentano l’impalcatura, per effettuare processi più snelli e condivisi». - A proposito di regolamenti, il Senato ne ha finalmente uno. E non solo quello. «Il regolamento sul funzionamento del Senato accademico era un atto necessario. Altri sono in corso di perfezionamento, come quello per l’affidamento dei contratti di appalto di lavori, servizi e forniture sottosoglia comunitaria o su lavoro a distanza. Presto verranno ridefiniti quelli sul funzionamento degli spin-off, per gli studenti che svolgono sport agonistici e, soprattutto, quello per la revisione del voto agli studenti. In quest’ultimo caso è stata istituita una commissione con una rappresentanza degli studenti e del personale tecnico-amministrativo. Esempio regolamento forniture». - Ha parlato di processi condivisi. Cosa intende? Che iter sta seguendo, ad esempio, il regolamento sugli appalti, che ha evidentemente un peso specifico importante? «Come amministrazione abbiamo elaborato una prima bozza, che abbiamo consegnato ai direttori e ai segretari di dipartimento. Questi ultimi hanno mosso alcuni rilievi, quindi è stata nominata una commissione costituita proprio da direttori e segretari, sia dell’area scientifica che di quella umanistica, dal prorettore Saitta e da una rappresentanza dell’amministrazione centrale. Quindi la discussione finale avverrà in Senato e in Cda». - Dopo i prorettori, ci si attendeva delle nomine, come quelle dei delegati, ma anche dei vertici in scadenza di due società partecipate importanti, la Ssd Unime e Unilav. «Per quanto riguarda la squadra di governo, come sapete ho voluto puntare su gruppi di lavoro a termine, con l’obiettivo di affrontare specifici problemi e che possono cessare il proprio mandato una volta terminata la relativa attività. Nei prossimi giorni renderò noto le nomine dei primi delegati, anche in questo caso scelti in base alle singole esigenze e sempre seguendo il principio per cui si può essere parte della governance anche senza un ruolo predefinito». - Le partecipate? «In ossequio alla legge Madia, ho deciso di procedere con un avviso pubblico, a giorni verrà pubblicato quello relativo alla Ssd Unime. Anche questa una decisione condivisa. Tengo molto alla cittadella universitaria, entro fine anno verranno conclusi i lavori per la piscina coperta, ma sono molto orgogliosa del fatto che la cittadella abbia ospitato la Nazionale italiana juniores di nuoto e che venga scelta anche da studenti di altre città, come una ragazza di Reggio Calabria che si è classificata per i campionati europei». - Anche al Policlinico c’è una nuova governance. «È stato importante aver dato una sede dignitosa al Pronto soccorso provvisorio. Il fatto che l’azienda sia diventata stazione appaltante offre prospettive diverse. Ma anche sul delicato tema degli Ep si è creata una grande sinergia con la Regione per trovare una soluzione al problema». - Che clima c’è, oggi, all’Università di Messina? «Un clima di grande collaborazione, lo percepisco con tutti i colleghi e parte proprio dal Senato accademico, l’organo insieme al quale si stabilisce l’impulso politico dell’ateneo. Per me è fondamentale che le decisioni siano condivise, anche se questo può voler dire che i processi che portano a definire e a esitare le delibere siano più lunghi».

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