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Messina, Salvatore Gentilesca assolto dall'accusa di detenzione finalizzata allo spaccio

La Corte di Appello di Messina, in riforma della sentenza emessa dal Tribunale di Messina e in accoglimento dei motivi di appello presentati dagli avvocati Maria Rossana Ursino e Fabio Tuscano del Foro di Reggio Calabria ha assolto Salvatore Gentilesca  dall’accusa di porto e detenzione di sostanza stupefacente finalizzata alla spaccio.

In primo grado era prevalsa l’ipotesi accusatoria con l’affermazione della penale responsabilità del Gentilesca alla pena di sette mesi di reclusione perché nel corso della perquisizione effettuata dai carabinieri presso l’abitazione del giovane per eseguire ordinanza di custodia cautelare nell’ambito del procedimento denominato Lampetra in corso di svolgimento presso la Corte di Appello di Reggio Calabria per ipotesi di associazione finalizzata allo spaccio e numerose ipotesi di detenzione e cessione di sostanza stupefacente, venivano rivenuti nel vano cucina degli involucri contenenti sostanza stupefacente già frazionata e pronta all’uso. Da qui l’accusa di detenere la sostanza per spacciarla.

La difesa convinta dell’innocenza del proprio assistito impugnava la sentenza di primo grado ed in sede di appello mentre l’accusa chiedeva la conferma della condanna di primo grado, la difesa rappresentava come nel caso del Gentilesca non si potesse fare riferimento ad alcuna ipotesi di detenzione finalizzata alla cessione a terzi ma di uso esclusivamente personale avendo i carabinieri trovato accanto agli involucri un pacco di cartine pronte all’uso.

Gli avvocati Ursino e Tuscano a sostegno della richiesta di assoluzione segnalavano alla Corte peloritana lo stato di tossicodipendenza in capo a Gentilesca così come il mancato rinvenimento nel corso della perquisizione di denaro provento di spaccio, di tester o bilancino o strumenti adatti al taglio della sostanza stupefacente.

La Corte in accoglimento delle argomentazioni difensive riformavano la sentenza di primo grado con l’assoluzione di Gentilesca Salvatore perché il fatto non è previsto dalla legge come reato.

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