Messina

Venerdì 22 Novembre 2024

Messina, a Giostra la droga era “come a Scampia”: il pm deposita i verbali di Bonanno e Ferro

L’udienza sembrava di routine al processo “Market Place” sul traffico di droga a Giostra nel 2021. Dopo il cambio della presidente della sezione penale del tribunale, si è passati da Adriana Sciglio, che è da tempo applicata in corte d’appello, alla collega Monica Marino, di sostanziale non s’era fatto praticamente altro. Se non dare per scontata la cosiddetta “lettura degli atti” precedenti dopo il cambio di uno dei magistrati, che ormai lo è per legge. Poi c’era stato il classico rinvio. Ma il “piatto forte” c’è stato eccome. Ed è il deposito di nuovi verbali di “dichiaranti” da parte del sostituto della Dda Francesco Massara, che gettano una nuova luce su alcuni fatti. Si tratta dei verbali rilasciati da Tommaso Ferro e Gianfranco Bonanno. I due, assistiti rispettivamente dalle avvocate Valeria Maffei e Antonella Pugliese, nei mesi scorsi sono stati sentiti a più riprese da diversi magistrati della Dda, ovvero Antonella Fradà, Francesco Massara e Roberto Conte. Si tratta del processo dei riti ordinari dell’operazione “Market Place” con cui nel 2021 la Distrettuale antimafia e la Polizia eseguirono 39 arresti (tra carcere e domiciliari) e 13 obblighi di firma, oltre a sequestri di appartamenti e garage-cantine, auto, moto e altre utilità economiche. Nel rione di Giostra, definita da un pentito “come Scampia”, in alcune palazzine di via Seminario Estivo, venne scoperto un imponente traffico di droga praticamente H24. Furono smantellati due gruppi dediti allo spaccio di marijuana, cocaina, hascisc e skunk: uno che faceva capo ad Angelo Arrigo, l’altro ad Antonio Bonanno. In ciascun appartamento la collaborazione del nucleo familiare, spesso allargato, consentiva l’attività giorno e notte. Un solo dato significativo: tra il 2016 e il 2017 i gruppi monitorati “collezionarono” ben 1062 capi d’imputazione, che per la totalità erano acquisti e cessioni di droga di tutti i tipi e di tutti i prezzi. E gli investigatori della Mobile si misero al lavoro dopo un agguato vicino al mercato di Sant’Orsola, il 25 gennaio 2017. Un agguato ai danni di Gaetano e Paolo Arrigo, padre e figlio, gambizzati da colpi d’arma da fuoco esplosi da due persone in sella a uno scooter. Ecco per esempio la versione di Ferro sul traffico di droga e sul ferimento: «Tornato a Messina sono venuto a conoscenza di quanto era accaduto nel territorio di Messina durante il mio stato di detenzione. In particolare, mi hanno riferito del ferimento di Arrigo Angelo, di suo fratello e del padre. Mi è stato detto che l’autore di tali fatti era Bonanno Antonio; questa era una voce corrente nel quartiere Giostra. Ho avuto la conferma che l’autore dei ferimenti era Bonanno Antonio da Altavilla Carlo, il quale, durante il periodo in cui ero ristretto agli arresti domiciliari presso la mia abitazione, era venuto a trovarmi. Un giorno mi disse che aveva dei problemi con Bonanno Antonio e temeva che il Bonanno potesse fargli un agguato. Mi riferiva, in particolare, che il Bonanno era venuto a conoscenza che l'Altavilla stava rifornendo di sostanza stupefacente Arrigo Angelo e qualche altro soggetto del quartiere Giostra. L'Altavilla si era rivolto a me in quanto io ero amico dei Bonanno e quindi chiedeva un mio intervento. L'Altavilla in tale circostanza mi riferiva che a sparare con un fucile a pompa a Arrigo Angelo, a suo fratello e a suo padre era stato Bonanno Antonio. Questa circostanza I'Altavilla l'aveva appresa dallo stesso Arrigo Angelo. Mi riferiva inoltre che il motivo dei ferimenti era dovuto alla gestione del traffico di droga nel quartiere Giostra. Nel 2018 sono stato arrestato nell'ambito dell'operazione "Polena" e sono stato ristretto presso la casa circondariale di Messina Gazzi per circa quindici giorni. Durante questo breve periodo di detenzione carceraria sono stato avvicinato da Bonanno Filippo, anch'egli detenuto, cugino di Bonanno Antonio. Bonnano Filippo conoscendo i miei rapporti con i cugini Filippo e Antonio e conoscendo la mia caratura criminale mi raccontava di essere il cugino di Bonanno Antonio e di aver partecipato con Antonio ai ferimenti di Arrigo Angelo, di suo fratello e del padre. In particolare mi raccontava che lui aveva guidato lo scooter con a bordo Bonanno Antonio e quest'ultimo utilizzando un fucile a pompa aveva sparato contro Arrigo Angelo e dopo contro il fratello e il padre di Arrigo Angelo. Mi riferiva, inoltre, che la causa dei ferimenti era riconducibile alla ripartizione del territorio di Giostra tra la famiglia Arrigo e la famiglia Bonanno nella gestione del traffico di stupefacenti. In particolare, Bonanno Antonio, che in quel periodo faceva uso smodato di cocaina, non aveva gradito la crescente espansione nella gestione del traffico di droga di Arrigo Angelo». Ecco invece un passaggio significativo dai verbali rilasciati da Bonanno: «Ho iniziato a spacciare sostanza stupefacente del tipo cocaina dal 2003 sino al momento del nostro arresto, ovvero il mio e di Brigandì Stellario, avvenuto il 4 marzo 2020. Io spacciavo autonomamente nella zona centrale di Messina, mentre Stellario riforniva ingenti quantitativi a Francesco La Spada. Dopo il nostro arresto, non ho avuto più rapporti con Brigandì Stellario. Ho parlato del ferimento di Arrigo Angelo con il Brigandì, presso il bar “Cafe sur la Ville”, sito in viale Regina Margherita. Si tratta di un bar frequentato da Brigandì Stellario. Ne ho parlato all'incirca un mese dopo dal ferimento dell'Arrigo Angelo. In ordine al ferimento ho preso io il discorso con il Brigandì chiedendo se a sparare, come appreso nell'ambiente di Giostra, in particolare da Cuscinà Giovanni inteso "coccolo", fosse stato Galletta Nicola. Io sapevo che il Galletta aveva sparato all'Arrigo per una partita di droga non pagata dal figlio del Galletta. In tale circostanza Brigandì mi disse che a sparare non era stato Nicola Galletta ma che era stato Antonio Bonanno, che io non ho mai conosciuto. Conosco invece suo fratello Filippo Bonanno. Non chiesi a Brigandì Stellario quale fu la causa del ferimento di Arrigo Angelo, né lui mi riferi in merito. Deduco che la causa del ferimento sia riconducibile alla ripartizione del territorio ove svolgere l'attività di spaccio tra la famiglia Arrigo e la famiglia Bonanno. Lo deduco perché parlando con Bonanno Filippo, questi nutriva astio nei confronti di Arrigo Angelo definendolo “cornuto e sbirro” e mi riferiva che l'Arrigo aveva allargato la sua attività di spaccio in quanto aveva grosse disponibilità economiche per acquistare ingenti quantitativi di sostanza stupefacente e praticare un prezzo inferiore di vendita rispetto agli altri spacciatori della zona. Inoltre, nell'ambiente criminale, si diceva che l'Arrigo Angelo fosse un informatore delle forze dell'ordine in quanto gli altri spacciatori subivano quasi giornalmente delle perquisizioni da parte delle stesse mentre lui no. Questi sono gli elementi dai quali ho tratto che la causa del ferimento sia quella che prima ho dichiarato».  

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