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Messina, l’incidente in cui morì Olga Cancellieri: scagionato il medico finito sott’inchiesta

La tragedia della strada del novembre 2021 in cui perse la vita l’avvocata 46enne. Non si trattò di interruzione di pubblico servizio per il 118

L’accusa che gli avevano contestato per l’inchiesta parallela sull’incidente stradale del 10 novembre 2021 all’incrocio tra via Centonze e via del Vespro, in cui perse la vita l’avvocata 46enne Olga Cancelleri, era di interruzione di pubblico servizio. Sostanzialmente perché non era su una delle ambulanze del 118 che arrivarono sul posto.
Ma ieri il dott. Giuseppe Giordano è stato completamente scagionato da questa accusa dalla giudice monocratica Francesca Capone con formula piena, ovvero “perché il fatto non sussiste”, a fronte di una richiesta di condanna dell’accusa di tre mesi di reclusione.
Il dott. Giordano era uno dei medici che erano di turno quella sera alla centrale operativa del servizio del 118. Era stato iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di interruzione di pubblico servizio dal pm Marco Accolla «... perché, in qualità di medico in servizio per l’emergenza sanitaria territoriale (E.S.T.) presso la postazione ambulanza Centrale operativa 118 dell’ospedale “Papardo” di Messina, quindi incaricato di pubblico servizio, nonostante fosse il medico che prestava servizio nel turno della fascia oraria che va dalle 20.00 alle 08.00 indebitamente rifiutava di svolgere il servizio a bordo dell’ambulanza del 118 “Mike Eco 2” con postazione “Papardo”, lasciando che il predetto mezzo di soccorso operasse senza medico a bordo, così turbando la regolarità di un servizio di pubblica necessità, fatto aggravato perché commesso con violazione dei doveri inerenti a un pubblico». Secondo la ricostruzione del pm Accolla, avrebbe potuto optare per salire a bordo dell’ambulanza che arrivò sul luogo dell’incidente, invece scelse di rimanere in centrale mandando l’ambulanza sprovvista di medico.
In realtà, ha spiegato ieri in aula il suo difensore, l’avvocato Giovanni Mannuccia, e le sue argomentazioni hanno convinto la giudice, i fatti andarono molto diversamente e non ci fu nessuna correlazione con l’incidente che determinò la tragica morte dell’avvocata Cancelleri. L’ambulanza ME2 - ha spiegato l’avvocato Mannuccia -, quel giorno era in “fermo tecnico” fino alle ore 21 in quanto mancante dell’autista soccorritore. Il dott. Giordano, nonostante i chiari sintomi da Covid di cui era sofferente, si era regolarmente presentato in servizio e svolgeva il suo servizio come da disposizioni regolamentari vigenti in qualità di “medico in centrale 118”. Quindi - ha proseguito il legale - nessun intervento da parte sua si rese necessario nella notte in quel turno di servizio 20-8, per cui di conseguenza non si poteva contestare al sanitario nessun rifiuto a svolgere il servizio a bordo dell’ambulanza del 118, e soprattutto non ci fu alcun tipo di turbamento della regolarità del servizio di pubblica necessità.
In quei giorni ci furono polemiche feroci in tutta Italia, per i ritardi nei soccorsi e su un “dramma” ambulanze del 118 in città e in provincia, poi allargato anche a tutta la Sicilia, che venne a galla in tutta la sua gravità: pochi mezzi e pochi medici in servizio permanente.

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