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Mafia sui Nebrodi: deciso un nuovo sequestro di beni per Costanzo Zammataro e Foti

Sono considerati esponenti di spicco dei Batanesi e dei Barcellonesi

I carabinieri del Ros e i colleghi del Comando provinciale di Messina hanno eseguito due decreti di sequestro beni, emessi dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Messina presieduta dal giudice Domenico Armaleo, che accolto la richiesta della Distrettuale antimafia, in questo caso del procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e del sostituto della Dda Fabrizio Monaco per la Procura retta da Antonio D’Amato, nei confronti di due indiziati di mafia in relazione alle organizzazioni criminali di Tortorici e di Barcellona Pozzo di Gotto. Si tratta del tortoriciano 42enne Giuseppe Costanzo Zammataro, e del barcellonese 57enne Carmelo Vito Foti.
Il sequestro eseguito dal Ros, finalizzato all’eventuale futura confisca, scaturisce dagli accertamenti di carattere patrimoniale, che hanno consentito di verificare e documentare come Costanzo Zammataro, esponente con ruolo apicale della famiglia mafiosa tortoriciana, articolazione dei Batanesi, attualmente detenuto, arrestato il 15 gennaio 2020 nell’ambito della maxi operazione Nebrodi sulla mafia dei pascoli, avesse accumulato un patrimonio risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati da lui e dai suoi familiari.
Costanzo Zammataro è stato condannato in primo grado a 16 anni e 4 mesi di reclusione per associazione di tipo mafioso, plurime truffe aggravate in concorso per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed impiego di denaro di provenienza illecita e trasferimenti fraudolenti di valori, emergendo come un vero e proprio collettore di interessi nel settore degli aiuti comunitari per conto dell’associazione mafiosa investigata.
Il sequestro eseguito dai carabinieri del Comando provinciale di Messina, anche in questo caso frutto di verifiche patrimoniali e finalizzato all’eventuale confisca, è stato emesso nei confronti di uno dei vertici dell’associazione mafiosa della cosiddetta famiglia barcellonese, Carmelo Vito Foti, anche lui detenuto, condannato già nel 2007 in via definitiva per associazione di tipo mafioso e coinvolto in più vicende giudiziarie, in particolare per la commissione di estorsioni, che gli hanno consentito nel tempo di ottenere significative disponibilità economiche illecite.

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