Il via alle demolizioni entro giugno, poi la corsa contro il tempo per concludere tutto entro il 2026. E magari confidando in una proroga, che renderebbe tutto meno affannoso. La Città del Ragazzo sarà oggetto del più grosso investimento del Piano nazionale di ripresa e resilienza in città. Inserita nei Piani urbani integrati della Città metropolitana da 132 milioni complessivi, la rifunzionalizzazione della struttura fondata da padre Nino Trovato, vale da sola 55,6 milioni di euro di cui 36 di lavori veri e propri.
Abbarbicata sulle colline di Gravitelli, l’area da 42mila metri quadri sarà trasformata in una struttura destinata al “Dopo di noi”. Una vera e propria “cittadella dei diritti e dei servizi sociali” con laboratori artistici e scientifici, aree “green” e piani di accompagnamento dei disabili.
Del complesso progetto ha parlato il direttore generale del Comune Salvo Puccio, in occasione di “Città in scena-Festival della rigenerazione urbana”, l’evento promosso dall’Ance, dall’associazione “Mecenate 90” e dalla Fondazione “Musica per Roma” e svoltosi al Castello Maniace di Siracusa.
Il progetto esecutivo, avviato un anno fa, adesso è pronto (ma serve un’interpretazione del Ministero per capire a chi spetti l’approvazione) e le demolizioni diventano prossime per necessità prima che per scelta. «Saremo in ritardo se non partiamo entro giugno con le demolizioni – dice Salvo Puccio –. La scadenza resta il 2026, essendo fondi del Pnrr. Ma è in ballo una proroga di un anno. Il 20% è già stato spostato sul piano complementare e quindi ha altre scadenze. Mentre il 30% dell’importo dei lavori deve essere liquidato entro la fine di quest’anno. Ma questo non sarà un problema perché si possono inserire anche i costi dell’acquisto del bene ( circa 4 i milioni che Città Metropolitana potrà vedersi restituiti, ndc) e l’anticipazione del 20%. Il problema – ammette – resta la fine dei lavori, specie se non ci fosse proroga». Per la realizzazione dell’opera la società incaricata (la Opera srl) avrà 20 mesi, quindi il cronoprogramma ancora oggi sarebbe rispettabile, ma, si sa, gli imprevisti sono dietro ogni angolo. «Il progetto prevede la realizzazione di moduli in prefabbricato e coperti in acciaio corten, quindi molto veloce come tipologia costruttiva.
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