Si riapre il caso del duplice omicidio Pirri-Accetta, trovati cadaveri nel cimitero di Barcellona Pozzo di Gotto il 21 gennaio del 1992. Una delle esecuzioni programmate dalla famiglia mafiosa barcellonese per continuare a perpetuare i canoni dell’oppressione. Per questo delitto ieri su richiesta della Dda di Messina la gip Ornella Pastore ha revocato la precedente sentenza d’assoluzione per il boss Giuseppe Gullotti, che era stato scagionato nel lontano 1998 nell’ambito del maxi procedimento “Mare Nostrum”. Il fatto nuovo rispetto a quella sentenza assolutoria sono le dichiarazioni del collaboratori Carmelo D’Amico e Salvatore Micale, con il primo che lo ha indicato come mandante, e secondo la Dda di Messina costituiscono un buon motivo per riaprire il caso. Il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e i sostituti della Dda Fabrizio Monaco e Francesco Massara avevano chiesto quindi nelle scorse settimane alla gip Pastore di verificare le “nuove prove”. Verifica effettuata e caso riaperto. Gullotti è assistito dagli avvocati Tommaso Autru Ryolo e Franco Bertolone.
Nel caso in esame - scrive la gip Pastore nel suo provvedimento -, l’iscrizione nel registro degli indagati è avvenuta «a seguito delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Micale Salvatore il quale ha riferito in ordine a vari fatti criminosi tra cui anche quello in esame; che in particolare il Micale con riferimento al predetto omicidio ha affermato che le vittime erano salite in auto con D’Amico Carmelo e Nino Ofria, ed erano state condotte presso l’ingresso secondario del cimitero di Barcellona Pozzo di Gotto ove erano state prese in consegna da vari soggetti, tra cui Gullotti Giuseppe».
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