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La pesca tradizionale dello Stretto di Messina è diventata presidio Slow Food

La pesca tradizionale dello Stretto di Messina è presidio Slow Food. L’annuncio è arrivato ieri, durante una conferenza stampa a Palazzo Zanca, punto di arrivo di un percorso portato avanti con costanza e impegno ormai da diversi mesi dal gruppo di Slow Food Messina. Un riconoscimento che consentirà di valorizzare una delle più importanti ricchezze del nostro territorio: il mare. «Abbiamo iniziato a raccontare che il cibo può essere lo strumento attraverso cui si può esercitare un cambiamento all’interno del territorio, utilizzando politiche alimentari consapevoli. Per questo dovevamo partire dal mare, perché Messina non può non guardare al suo mare» ha spiegato il presidente di Slow Food, Nino Mostaccio.

In tutto il mondo ci sono 33 presìdi legati al mare, 18 sono Italia, quello di Messina si aggiunge adesso agli tre presenti in Sicilia: «Questi numeri – ha proseguito Mostaccio – ci dicono che dobbiamo lavorare sul territorio guardando al mare in maniera importante, perché altrimenti non riusciamo a sostenere l’economia del territorio».
Ma cos’è un presidio Slow Food? Si tratta di comunità che mettono insieme produttori e territorio valorizzando i prodotti locali, la storia, le tradizioni, le peculiarità di un determinato luogo. L’iniziativa è promossa da Messina Food Policy, il tavolo per le politiche agroalimentari nato a settembre 2022, in collaborazione con il Comune di Messina, e l’impegno della Comunità Slow Food per la Salvaguardia della Biodiversità dello Stretto di Messina, Slow Food Sicilia, la Città metropolitana, la Camera di Commercio e la Fondazione Me.S.S.In.A.

Per il comparto della pesca artigianale è intervenuta la presidente dell’associazione Pescatori Feluca dello Stretto, Antonella Donato, da anni in prima linea nelle battaglie per la valorizzazione di un vero patrimonio culturale con la pesca nello Stretto: «È un buon punto di partenza per la creazione della filiera. È importante non solo portare a terra del pesce che qualitativamente da secoli ci distingue, ma iniziare a valorizzarlo al massimo. Un progetto importante anche nell’ottica dello sviluppo della pesca turismo, in quanto attività che può rappresentare un importante elemento di diversificazione a sostegno dell’attività dei pescatori».

L’amministrazione comunale ha sposato con entusiasmo il percorso intrapreso da Slow Food: «Quando il mare chiama, l’amministrazione risponde – ha detto l’assessore alle Attività produttive, Massimo Finocchiaro –. Un presidio speciale, che va molto oltre il prodotto, perché è una scommessa sul futuro di questa città. Messina guarda alla sua risorsa più importante, il mare, e mette insieme rispetto dell'ambiente e rispetto per il lavoro, per la cultura e per il sapere di molte generazioni attraverso simili iniziative che tendono, da una parte, a salvaguardare l’identità di uno tra i più importanti simboli di Messina, il pescespada, e dall’altra a promuovere pesca e turismo per la costruzione di un futuro sostenibile».

Per celebrare il riconoscimento è in programma, dal 17 al 19 maggio al Monte di Pietà, l’evento “Il mare chiama”. Sarà allestita una mostra tematica e saranno proiettati documentari d’epoca e contemporanei dedicati ai riti della pesca tradizionale sullo Stretto. Il programma è stato illustrato dall’attivista Slow Food, Lorenzo Arrigo: «Sarà una festa per costruire legami e connessioni per proteggere, tutelare e valorizzare l’intera area dello Stretto di Messina, attraverso appuntamenti enogastronomici, tavole rotonde e laboratori del gusto».

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