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Messina, una ventenne sotto inchiesta dopo aver occupato un alloggio Iacp

Praticamente una ragazzina di vent’anni. Che s’è beccata un procedimento penale - è la solita storia -, per aver “invaso” un alloggio di proprietà dello Iacp.
Il procedimento è stato istruito dalla sostituta procuratrice Francesca Bonanzinga e riguarda la ventene E.C., che è assistita dagli avvocati Alessandro Billè e Andrea Schifilliti. Siano nella fase della chiusura delle indagini preliminari.
La ragazza deve rispondere sostanzialmente di invasione di edifici per aver invaso “arbitrariamente” un alloggio di via San Jachiddu alla palazzina E, questo come recita il capo d’imputazione «... al fine di occuparlo e di abitarvi stabilmente insieme al proprio nucleo familiare, senza alcuna autorizzazione da parte dell’avente diritto e contro la volontà dello stesso».
Quindi per quest’alloggio c’è un legittimo proprietario che magari vorrebbe prenderne possesso e non può farlo, oppure lo ha abbandonato da tempo perché ha trovato una sistemazione migliore.
Su questi temi c’è una giurisprudenza molto vasta e varia, che spesso viene ribaltata dal primo grado al successivo appello, e in molti casi i giudici applicano il cosiddetto “stato di necessità” per assolvere chi ricade in questa fattispecie. Oppure si sono registrati casi di condanna con pena sospesa, però il giudice ha condizionato il beneficio della sospensione al rilascio degli alloggi occupati abusivamente.
Di recente un giudice monocratico ha assolto una donna applicando il cosiddetto “stato di necessità”. Anche in questo caso la donna era finita sotto processo per invasione di edificio per aver arbitrariamente occupato un alloggio dello Iacp, per risiedervi stabilmente.

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