Non si placa la sete di notizie, da parte di chi è direttamente o indirettamente coinvolto nel piano espropri, su qual è il destino che il progetto Ponte ha riservato al terreno o l’immobile di proprietà. Ieri è iniziata la quarta settimana di attività per gli sportelli informativi aperti dalla società “Stretto di Messina” sulle due sponde dello Stretto. Nelle prime tre settimane, dall’8 aprile scorso, sono state ricevute 338 persone, di cui 255 a Messina e 83 a Villa San Giovanni. E da ieri al 29 maggio, al Palacultura, sono già stati fissati altri 136 appuntamenti (in totale sono 474).
Sono 1.688 le ditte (si chiamano così i proprietari di immobili, siano essi privati, singoli cittadini, imprese o enti pubblici) interessate agli espropri sulla sponda sicula, a cui se ne aggiungono 1.104 in Calabria. Su un totale di 2.792 soggetti, però, questa è la suddivisione per tipologia di intervento: 2.394 espropri veri e propri (per aree o per fabbricati), 296 occupazioni temporanee, 102 asservimenti.
L’asservimento, va ricordato, non comporta alcun esproprio: l’area interessata (un parcheggio, un cortile, un giardino, una qualsiasi pertinenza) rimane di proprietà del soggetto inserito in elenco, ma il diritto di proprietà viene “limitato”. Questo perché l’area asservita è attraversata da servizi pubblici (condotte idriche o del gas, cavi elettrici o del gestore telefonico, etc.) che vanno preservati, per cui viene limitata la possibilità di intervento su quella porzione di terreno da parte del legittimo proprietario.
E sono proprio gli asservimenti, paradossalmente, ad attirare le maggiori curiosità di molti cittadini, che vogliono sapere perché sono presenti nell’elenco di 1.500 pagine pubblicato il 3 aprile dalla “Stretto”, pur non essendo soggetti ad esproprio. I tecnici della società rispondono e provano a chiarire tutti gli aspetti relativi ad aree di cantiere che, va ricordato, fanno riferimento ad un progetto del 2012 e che, quindi, oggi si rapporta ad una città profondamente mutata.
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