È finita. Nel frattempo, si fa per dire, sono passati sedici anni. Una vera e propria odissea giudiziaria di cui è stato protagonista il notaio messinese Vittorio Quagliata. Adesso il professionista messinese, che tra l’altro ha dovuto abbandonare la professione, è stato assolto dalla corte d’appello di Reggio Calabria dall’ultimo reato rimasto in piedi, il riciclaggio, dopo il rinvio della Cassazione del marzo scorso, per la vicenda della bancarotta “Margan Srl”.
Tutto era legato alla lunga vicenda giudiziaria per il fallimento dell’imprenditore Sandro Pesce, deceduto, conosciuto da tanti come creatore dei negozi storici di abbigliamento “Acquarius” e “Semplice”, poi naufragati in bancarotta dopo una «sistematica evasione» tra il 2008 e il 2011.
La prima sezione penale della Cassazione nel marzo del 2023 aveva infatti annullato senza rinvio per la bancarotta, con la formula “perché il fatto non sussiste”, e per il riciclaggio con rinvio davanti alla corte d’appello di Reggio Calabria, la condanna a 3 anni e 6 mesi che era stata inflitta a suo tempo al notaio Quagliata dalla corte d’appello di Reggio Calabria. Per il professionista, che in questa vicenda è stato assistito dall’avvocato Alberto Gullino, si trattava dell’epilogo di una lunga vicenda giudiziaria che lo vide coinvolto nel fallimento delle imprese di Pesce, suo ex cognato.
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