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Una delegazione messinese all'incontro di Azione cattolica nazionale con Papa Francesco

C’era anche una nutrita delegazione messinese all’incontro di Papa Francesco del 25 aprile con gli oltre 80mila membri dell’Azione Cattolica italiana radunati in piazza San Pietro a Roma, provenienti da tutte le diocesi nazionali. Un momento di festa nel quale il Pontefice ha raccolto nel suo abbraccio adulti e adultissimi, giovani e giovanissimi dell’importante realtà associativa: “A braccia aperte” il tema dell’incontro che fa da prologo ai lavori della 18ma Assemblea nazionale elettiva dell’AC, “Testimoni di tutte le cose da lui compiute”, che si svolgerà a Sacrofano presso la Fraterna Domus, fino a domenica 28 aprile. Mille i delegati provenienti da tutte le diocesi d’Italia che eleggeranno il Consiglio nazionale dell’Azione Cattolica italiana per il triennio 2024-2027. Accompagnata dall’assistente ecclesiastico unitario padre Enzo Maestri, la compagine diocesana messinese ha portato al Santo Padre il calore dello Stretto, raccogliendosi idealmente in preghiera insieme al presidente Alberto Randazzo rimasto a Messina per motivi di lavoro e personali e agli altri assenti. “Lo slancio che oggi esprimete in modo così festoso non sempre è accolto con favore nel nostro mondo, a volte incontra chiusure e resistenze per cui le braccia si irrigidiscono e le mani si serrano minacciose, divenendo non più veicoli di fraternità, ma di rifiuto e contrapposizione, anche violenta, di diffidenza nei confronti degli altri, vicini e lontani, fino a portare al conflitto.
Con la vostra presenza e con il vostro lavoro, invece, potete testimoniare a tutti che la via dell’abbraccio è la via della vita”, ha detto Papa Francesco, manifestando la gioia per una presenza così numerosa. Per il Santo Padre l’abbraccio è una delle espressioni più spontanee dell’esperienza umana: “La vita dell’uomo si apre con un abbraccio, quello dei genitori, primo gesto di accoglienza cui ne seguono tanti altri che danno senso e valore ai giorni e agli anni, fino all’ultimo, quello del congedo dal cammino terreno. E soprattutto è avvolta dal grande abbraccio di Dio, che ci ama per primo e non smette mai di stringerci a sé, specialmente quando ritorniamo dopo esserci perduti, come ci mostra la parabola del Padre misericordioso”. In chiusura il Papa, esortando i presenti a essere “atleti e portabandiera di sinodalità, nelle diocesi e nelle parrocchie di cui fate parte, per una piena attuazione del cammino fino ad oggi compiuto”, ha detto: “Lasciamoci abbracciare da lui, come bambini, e così dall’abbraccio del Signore impariamo ad abbracciare gli altri”.

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