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Il diritto di scegliere... e di tornare a Messina

Dopo il forum di febbraio promosso dal Rotary Club Messina, ieri l’iniziativa nella sala del Senato a Roma

«Siamo un gruppo di giovani professionisti che ha scelto di unirsi per rivendicare il diritto di poter scegliere dove vivere e come sviluppare il proprio percorso lavorativo e di crescita. Io sono una di quelle persone che ha avuto la fortuna di poter scegliere di andare a studiare al Nord ma anche la possibilità di tornare e investire nella propria “terra”, ma con non poche difficoltà, gran parte fortemente collegate al tema del nostro incontro: lo spopolamento e la gestione di questo “diritto” in quelle aree cosiddette ad alto rischio di desertificazione demografica». Così la giovane imprenditrice messinese, Marzia Villari, ha iniziato il suo intervento nell’ambito dell’iniziativa “Il diritto dei giovani di scegliere: partire, tornare, restare”, svoltasi ieri mattina a Palazzo Madama, a Roma, con protagonisti diversi giovani messinesi. Un incontro che fa seguito a quello promosso nello scorso mese di febbraio dal Rotary Club Messina, presieduto da Gaetano Cacciola, per contrastare il fenomeno dello spopolamento e della “fuga dei cervelli” dai territori meridionali. «Non riteniamo più sufficiente l’impegno dei singoli, ma è necessario portare al centro dell’agenda politica la creazione di opportunità sui territori più svantaggiati, riportando un equilibrio tra le regioni», è l’obiettivo di questo evento, reso possibile a Palazzo Madama grazie alla senatrice messinese Barbara Floridia, presidente della Commissione di vigilanza Rai. A introdurre i lavori Maria Celeste Celi, delegata del Rotary Club Messina e presidente nazionale del Cirs. Sono, poi, intervenuti la “project manager” Chiara Caracciolo, l’architetto Roberto Forestieri, lo studente universitario Giovanni Castronovo. A moderare l’incontro Marilù Verzera e a trarre le conclusioni lo psicologo Mauro Cavarra.
Un tema «complesso e multiforme – ha spiegato Marzia Villari –, influenzato da una serie di fattori economici, sociali e geografici. E alcuni di questo sono fortemente legati alle esigenze lavorative. Non si trovano sbocchi adeguati ai nuovi obiettivi di vita dei giovani. Così come esiste un forte disallineamento tra domanda e offerta del mercato lavorativo e tra aspirazioni personali e contesto socio-culturale. Possiamo anche scegliere di studiare al Sud ma se poi non troviamo modo di applicare quanto imparato nel percorso universitario, ci ritroviamo obbligati a cercare lavoro altrove. La domanda da cui è iniziato questo focus è “Verso quale direzione andrà il lavoro?”, tema sul quale siamo tenuti a riflettere tutti noi attori sociali: governo, territori, università, imprenditori.

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