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Salini: "Cantieri per il Ponte sullo Stretto possibili entro l'estate, ma preoccupa se politica fa conti"

Pietro Salini

"Quando la prima pietra per il Ponte sullo Stretto? Questo dipende dalla politica, noi siamo pronti, abbiamo già le squadre che stanno aspettando di poter essere convocate. «È una follia non farlo», ha detto Salini riferendosi alle polemiche sull'opportunità di un progetto «difficile, complesso" una sfida dalla quale, come società, «probabilmente rimetteremo dei denari. Poi ci sarà la parte dei permessi, che state tutti vedendo anche sui giornali, è diventata come una partita di calcio: ogni mattina c'è un permesso da superare, ma io penso che ci siano tutte le risposte e che quindi si riesca a superare anche questa fase in breve". Così l’amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini, parlando con i giornalisti a Napoli a margine della sua partecipazione alla seconda edizione di Feuromed, il Festival Euromediterraneo dell’economia. Nel rispondere a chi gli chiede un parere sul possibile rallentamento dell’inizio dei lavori, per via delle richieste del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, Salini si mostra fiducioso. "Io penso che le risposte siano doverose, ricordatevi che è un progetto molto grande, con molte migliaia di documenti: è chiaro che ci sono delle domande che qualcuno giustamente si deve porre facendo questo per mestiere. La società Ponte di Messina darà le risposte, noi faremo la nostra parte per quello che abbiamo fatto e quindi io penso che si possa, nei 30 giorni previsti, dare tutte le risposte e andare avanti in questo progetto che penso sia una bella bandiera per l'Italia".

«Ci sono persone che pensano giustamente di avere politicamente altre priorità. Questo va bene e fa parte della democrazia. La cosa che mi preoccupa non è che ci siano opinioni diverse, ma che la politica si metta a fare i conti dei ponti» ha chiosato l’ad di Webuild, Pietro Salini. «E' bene che i conti dei ponti li facciano gli ingegneri - spiega - poi le scelte le fa la politica. Se il ponte sta in piedi lo deve dire non chi viene eletto, ma chi fa questo di mestiere, poi la politica decide se si fa o non si fa quel ponte e quando si fa».

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