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Diritto negato ad 11 alunni con disabilità, il Comune di Barcellona pagherà per ogni giornata

Sanzione quotidiana di 50 euro dal giorno di pubblicazione della sentenza del Tribunale. Principi costituzionali violati: «Uguaglianza e diritto allo studio»

Il Tribunale, sezione civile in composizione monocratica, nella persona del presidente Giovanni De Marco, con sentenza depositata il 2 aprile, ha accertato il diritto dei minori ricorrenti, 11 alunni delle scuole dell'obbligo, a ricevere il servizio dell’assistenza alla comunicazione. Ha ordinato al Comune di attivare il servizio, nei confronti di ciascuno dei ricorrenti, con le modalità e nei termini indicati in ciascuno dei piani educativi individualizzati per il periodo di validità di ciascun “Pei” o fino a revisione degli stessi. E il Tribunale ha fissato in 50 euro per ciascun giorno, a partire dalla data di pubblicazione della sentenza, l’importo che il Comune deve corrispondere in caso di mancato o ritardato adempimento, a favore di ciascuno dei ricorrenti. Inoltre condanna l’Amministrazione comunale alla rifusione delle spese di lite a favore dei ricorrenti solidalmente, che quantifica complessivamente in 3.000 euro, oltre a spese generali e accessori, senza tuttavia riconoscere ai ricorrenti il danno subito. Infatti i familiari degli alunni minori hanno dovuto intraprendere con ricorso depositato il 6 giugno 2023 l'azione legale in sede civile con il patrocinio dell'avv. Andrea Mario Franchina, che ha rappresentato le famiglie dei minori contro il Comune che si è rivelato inadempiente. Così come stabilito dalla sentenza l’amministrazione, che si è costituita in giudizio con l'avvocato Santo Alesci «è priva di ogni discrezionalità circa la sua attuazione«. Al contempo, invece, «sussiste l’obbligo di predisporre tutte le misure, anche quelle finanziarie, idonee alla sua attuazione. Ed, infatti, eventuali omissioni comporterebbero una grave lesione del diritto dell’alunno disabile di fruire di condizioni adeguate al raggiungimento del miglior livello di istruzione possibile» in relazione alla sua patologia. La mancata attuazione del “Pei” da parte del Comune, competente in via esclusiva alla erogazione dei relativi servizi, costituisce – si legge in sentenza – «una gravissima violazione, oltre che degli obblighi di legge, dei principi fondamentali della Costituzione in materia di uguaglianza e diritto allo studio». L’avv. Andrea Mario Franchina, ha espresso un giudizio positivo per il provvedimento che – afferma – «finalmente conclude un doloroso iter giudiziario che ha visto il coinvolgimento di 11 famiglie, 11 istituti scolastici e soprattutto di 11 bambini di Barcellona, privati per il terzo anno consecutivo, di un ausilio importante per garantire loro il diritto allo studio e alla inclusione scolastica. Come ha ribadito il Tribunale «il diritto all’istruzione e all’educazione è diritto fondamentale e non comprimibile; non può essere limitato a causa della disabilità. Le prospettate difficoltà finanziarie dell’ente pubblico, compreso il dissesto finanziario, sono pertanto, irrilevanti e non servono ad esonerare il Comune dall’erogazione di un servizio diretto a tutelare diritti fondamentali e idonei a consentire lo sviluppo della personalità, anche in considerazione del fondamentale principio di uguaglianza». L'auspicio dell'avv. Franchina è quello che «il Comune non perda altro tempo e dia seguito celermente al provvedimento». Evidenzia che nell'anno in corso i bambini hanno avuto l'erogazione del servizio per solo un mese, che allo stato è sospeso e che l'anno scolastico sta praticamente ormai finendo». Esprime amarezza per l' omesso riconoscimento del diritto al risarcimento del danno subito, per il quale aveva formulato istanza istruttoria rigettata dal Tribunale. Si riserva sul punto di fare appello. «Il disagio delle famiglie e dei bambini è sotto gli occhi di tutti. Molti genitori sono costretti a prelevare i figli prima dell'orario scolastico», privandoli del diritto all'istruzione e i genitori sono costretti ad assentarsi dai posti di lavoro e in molti casi a non lavorare. Franchina auspica che «il provvedimento di condanna del Comune al pagamento di 50 euro a bambino, per ogni giorno di omessa ottemperanz, possa incentivare l'adempimento spontaneo del Comune, obbligato ed evitare ai bambini e famiglie logoranti, ulteriori, attese».

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