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Messina, avanti col depuratore di Tono: un'opera da 51 milioni di euro

«Un passo importante per realizzare un’opera attesa da oltre tre decenni». Così il sindaco Federico Basile ha presentato la delibera, approvata in Giunta, relativa alla Convenzione con l’Ufficio commissariale per la depurazione, passaggio obbligato per avviare finalmente la fase realizzativa dell’impianto di Tono.
Proprio in questi giorni di lutto per la città, che ha dato l’ultimo saluto all’ex sindaco Franco Providenti, c’è chi ha ricordato come la storia del depuratore di Tono risalga proprio agli anni di quella Amministrazione che resse le sorti di Palazzo Zanca tra il 1994 e il 1998. In realtà, si cominciò a parlare del nuovo impianto di depurazione, visto come panacea di tutti i mali della zona nord e della riviera tirrenica cittadina, già alla fine degli anni Ottanta. Nel 1992 ci fu l’approvazione del progetto preliminare e, durante la sindacatura Providenti, fu l’assessore Peppino Mangiapane a far di tutto per appaltare l’opera. Poi, come l’attesa di “Godot”, gli anni sono diventati lustri, i lustri decenni, e si è arrivati alla primavera del 2024.
Il depuratore di Tono – e questo è un particolare di non poco conto – rientra tra le opere compensative individuate dal Comune all’inizio del Duemila e inserite, dunque, nella pianificazione degli interventi connessi o complementari al Ponte. Le risorse dovrebbero arrivare da quelle in dotazione alla “Stretto di Messina”.

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