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Ponte sullo Stretto: fra gli espropri a Messina c’è una parte dell’impianto dei rifiuti di Pace

Scartabellando fra le 1.500 pagine del progetto di espropri si intrecciano le sorti di abitazioni di famiglie che abitano lì da chissà quante generazioni, con quelle di seconde case vista mare e con ruderi magari divisi fra parenti che vivono da anni in Australia.
Ma ci si può imbattere anche in strutture il cui esproprio può avere effetti importanti per tutta la città. Da una parte la pubblica utilità della costruzione del Ponte, dall’altra quella del servizio pubblico della gestione del ciclo dei rifiuti.
È quello che accade a Pace dove è previsto l’esproprio di una porzione dell’area in cui sorge l’impianto di selezione della frazione secca per Messina e per una parte dei comuni della provincia. Da quelle parti dovrà essere costruito un viadotto sul quale transiteranno i treni diretti o provenienti dal Ponte e che per il resto del tragitto viaggiano in galleria. Si tratta di un’area di soli 107 metri quadri ma che, senza una variante, bloccherebbero l’attività di quella struttura. È l’angolo sud est ed è il passaggio obbligato per i mezzi per poter uscire da quell’area in cui scaricano plastica e carta. Non solo. È anche la zona in cui è stato realizzato un muro di contenimento di 20 metri sul ripido declivio che sostiene tutta l’area intestata ad Ato Messina 3. L’impianto è nato nel 2015 cioè 4 anni dopo che il progetto definitivo fosse stato realizzato, ma nella recente revisione non è stato posto alcun correttivo.
E se ci spostiamo a sud c’è un altro caso limite. Circa 4000 mq saranno espropriati alla ex Decon a villaggio Unrra, dove oggi Messina Servizi ha un deposito per la differenziata ma dove è stata prevista, con tanto di progetto finanziato, la realizzazione, da 70 milioni, della piastra logistica del nuovo porto di Tremestieri da parte dell’Autorità di Sistema.

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