Una condizione umana insostenibile e di profondo degrado sociale quella in cui versa Giuseppe Praticò, 47 anni, calabrese, da decenni residente sui Nebrodi. Si tratta di un pluripregiudicato, già chiamato a rispondere delle sue responsabilità di fronte alla Giustizia e ad espiare le proprie pene, che lancia un accorato appello alla solidarietà ed ai princìpi di assistenza sociale in capo alle istituzioni, affinché gli sia permesso di sopravvivere in condizioni minime quantomeno accettabili.
L’uomo, per anni, è stato domiciliato a Sant’Agata Militello, poi si è trasferito nella vicina Torrenova, sua ultima residenza ufficiale. Scarcerato lo scorso settembre per fine pena dall’Ucciardone di Palermo, ha trovato sbarrato il casolare di proprietà delle Ferrovie che aveva occupato senza titolo, per sua stessa ammissione, prima della detenzione. Vane le richieste rivolte al Comune di Torrenova, ai cui Servizi sociali risulta posto in carico, che gli avrebbe negato assistenza. Il 47enne vive da mesi in un rifugio di fortuna, una baracca deposito attrezzi messagli a disposizione da un conoscente sempre in territorio di Torrenova, ben lontana dai requisiti minimi di igiene e decoro umano, nelle quali sconta la sorveglianza speciale per 4 anni con obbligo di soggiorno cui è sottoposto.
«Contrariamente a quanto esposto sono state attivate tutte le procedure previste dal vigente regolamento comunale per l’erogazione dei servizi socio assistenziali al fine di supportare il signor Praticò nella fase di reinserimento in società», replica il sindaco di Torrenova Salvatore Castrovinci da noi contattato, mostrando la documentazione e l’interlocuzione con la Prefettura.
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