Che fine hanno fatto i progetti di rilancio dello storico lido di Mortelle? Era sostanzialmente questa, in estrema sintesi, la domanda di fondo che avevano posto i consiglieri comunali (Dario Carbone di Fratelli d’Italia in testa), aprendo la strada alla convocazione di una seduta straordinaria proprio sulla riqualificazione di uno dei punti più pregiati della città, dal passato glorioso e con un presente ancora affogato nel degrado.
Ieri quella seduta si è tenuta – non senza qualche polemica, soprattutto da parte di Felice Calabrò del Pd e, in parte, del vicesindaco Salvatore Mondello, a proposito delle competenze dell’Aula sull’argomento – e alcuni importanti aggiornamenti sono venuti fuori. Uno su tutti: quei progetti di rilancio non sono naufragati. Sono solo – è il solo è eufemistico – impantanti nelle abituali sabbie mobili della burocrazia.
La struttura la conoscono tutti, sia quanti ne hanno vissuto il periodo d’oro, le estati degli anni ’60 e ’70, sia chi ha visto lentamente spegnersi la luce: un’area di 60 mila metri quadri, direttamente affacciata sul Tirreno (e per questo in parte di proprietà del Demanio), che nel 2017 fu acquistata all’asta dalla Eulele srl, società di cui referente è la reggina Monica Fedele, per un milione e mezzo di euro. Il lido, infatti, era finito, in precedenza, nel mirino del boss di Giostra, Luigi Tibia, come emerso dall’inchiesta antimafia Totem. Sul tavolo c’era – e c’è tutt’ora – un progetto imponente: un investimento iniziale di oltre 8 milioni di euro (ma nel frattempo la cifra è pressoché raddoppiata), con demolizione e ricostruzione delle strutture, albergo a cinque stelle con Spa e ristorante gourmet, riqualificazione della piscina esterna e del lido, trasformazione delle vecchie cabine in residenze. In prospettiva, dunque, un punto di riferimento turistico d’eccellenza, a pochi passi – ancora eventuali – dal futuro Ponte sullo Stretto.
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