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L'arresto di Croce: tra affari e intrighi, il complesso mosaico della corruzione a Messina. Tutti i nove indagati

Maurizio Croce

Un Rolex Daytona da 20mila euro da regalare al suo “mediatore” di fiducia. Lavori edili gratis tra case, negozi e resort del suo cerchio magico. Mazzette in contanti e bonifici bancari che hanno finanziato anche la sua campagna elettorale a sindaco di Messina, una corsa per il Centrodestra che poi ha clamorosamente perso al primo turno nel giugno del 2022. Un lavoro pubblico, a Bisconte-Cataratti, un rione con gravi problemi idrogeologici di Messina, non eseguito proprio a regola d’arte. In sintesi un “patto corruttivo ad ampio raggio”.
E poi una rete di amici vicini e lontani, compresi un paio di funzionari della Regione Siciliana e del Comune di Messina, che hanno usufruito dei “servigi” dell’imprenditore di turno. Il quale quando ha visto che le cose si mettevano male è diventato in pratica un dichiarante vero e proprio, raccontando tutto a magistrati e finanzieri. E ha pagato perfino di tasca propria gli studi in un’università telematica, per far diventare ingegnere una geometra regionale coinvolta nell’inchiesta.
È una storia andata avanti due anni, dall’aprile del 2020 fino al dicembre del 2022, che però è stata seguita e interrotta, mazzetta dopo mazzetta, dalla Procura e dalla Guardia di Finanza di Messina.
Così è finito nei guai ieri mattina Maurizio Croce, 52 anni, messinese, in questo caso come Soggetto attuatore contro il dissesto idrogeologico della Regione Siciliana. È stato arrestato dalla Guardia di Finanza con l’accusa di corruzione e finanziamento illecito ai partiti, gli hanno consegnato un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari siglata dalla gip Arianna Raffa, richiesta dalla Procura di Messina. Un’inchiesta che era nata sotto la gestione dell’allora procuratore capo Maurizio de Lucia, è stata gestita per un periodo dalla procuratrice vicaria Rosa Raffa e definita poi dall’attuale procuratore capo di Messina Antonio D’Amato. Culminando ieri nei provvedimenti restrittivi. Un’indagine cui hanno lavorato i sostituti della Dda Liliana Todaro e Antonio Carchietti.

Gli indagati: 9 persone fisiche e 2 persone giuridiche

Si tratta di un fascicolo che vede complessivamente undici indagati, 9 persone fisiche e 2 persone giuridiche. Oltre a Croce è finito agli arresti domiciliari sempre per corruzione e finanziamento illecito ai partiti l’ex direttore generale dell’Arpa Sicilia, il 56enne Francesco Carmelo Vazzana, originario di Reggio Calabria, che entra in gioco nella vicenda secondo il quadro di accuse come “mediatore principale” per conto di Croce ed è anche coinvolto come gestore di fatto del negozio di abbigliamento “Salotto” di Messina, luogo che ha usufruito di lavori di ristrutturazione realizzati da imprese di Capizzi per un valore di oltre 30 mila euro.

Una misura diversa, quella interdittiva della sospensione per un anno ad esercitare attività d’impresa e contrattare con la Pubblica amministrazione, ha subito invece l’imprenditore coinvolto, il 46enne brontese Giuseppe Capizzi, diventato nel frattempo sindaco di Maletto, in provincia di Catania, nel maggio del 2023, con la lista civica “Nuova Era”. Risulta coinvolto anche nel maxi procedimento “Rinascita-Scott” della Procura di Catanzaro, nell’ambito del quale è stato rinviato a giudizio per traffico illecito di influenze con l’aggravante mafiosa. È stato poi sostituto formalmente dal fratello Emanuele nella conduzione delle imprese di famiglia, ma ha continuato in pratica a fare tutto lui.
È lui, come gestore di fatto della Consorzio Stabile Progettisti e Costruttori, che si aggiudicò il lavoro bandito da Croce come Soggetto attuatore per la riqualificazione idrogeologica a Bisconte-Cataratti. È sempre lui che ha effettuato anche attraverso intermediari parecchi “versamenti” a Croce, tra bonifici, denaro e lavori edili gratis. Per esempio quello al Verdura Resort di Sciacca della catena Rocco Forte, per un importo di 93mila euro. È sempre lui che ha acquistato per circa 20mila euro, attraverso una serie di intermediazioni, il Rolex Daytona chiesto espressamente da Croce per il suo amico Vazzana.

Nell’ambito dell’inchiesta ci sono poi altri due indagati principali come pubblici ufficiali, per i quali la gip Raffa, sempre per l’ipotesi corruttiva, si è riservata la decisione sulla irrogazione o meno della misura interdittiva (in questo caso è necessario un secondo interrogatorio, n.d.r.). Si tratta del geometra barcellonese 67enne Antonino Cortese, in qualità di funzionario del dipartimento di Protezione Civile e difesa del suolo del Comune di Messina, che fu direttore dei lavori dell’appalto per la riqualificazione del torrente Cataratti-Bisconte; e della geometra 44enne Rossella Venuti, residente a Messina, in qualità di funzionario responsabile dell’Area tecnica I-Patto per il Sud nell’ambito dell’Ufficio per il dissesto idrogeologico diretto da Maurizio Croce. Cortese ha avuto “in dono” lavori dal Capizzi in una abitazione di cui disponeva a Palermo. La Venuti ha ricevuto lavori edili privati in una sua abitazione dall’imprenditore Capizzi, ed è a lei che sempre l’imprenditore ha pagato gli studi alla facoltà di Ingegneria all’Università E-Campus, in tutto circa 7mila euro, affidando poi la sua carriera universitaria a un collaboratore per “seguirla negli studi”, tra esami con i docenti e tesine da preparare.
Come persone giuridiche sono poi state iscritte nel registro degli indagati due ditte del gruppo Capizzi, ovvero la S.c.s. Costruzioni Edili s.r.l. e la Consorzio Stabile Progettisti e Costruttori, entrambe con sede a Maletto, in provincia di Catania, ma in luoghi diversi.

Nell’inchiesta ci sono poi altri quattro indagati, per i quali la gip Raffa allo stato non ha deciso alcuna misura restrittiva. Si tratta dell’imprenditore messinese 60enne della Betoncall s.r.l.s. Rosario Arcovito, dell’imprenditore brontese 31enne Emanuele Capizzi, del 58enne messinese Giovanni Pino e infine del 55enne brontese Davide Tommaso Spitaleri. Arcovito, Pino e Spitaleri sono considerati dalla Procura “soggetti fiduciari” di Giuseppe Capizzi (la contestazione è per tutti il finanziamento illecito ai partiti) che hanno fatto da tramite con Croce e Vazzana. Arcovito il 4 maggio del 2022 ha consegnato a Vazzana - perché li destinasse a Maurizio Croce -, la somma in contanti di 20mila euro, proveniente dalle casse della S.C.S. Costruzioni Edili; Pino, tramite la propria impresa AZP s.r.l., l’11 maggio 2022 ha effettuato un bonifico sul conto elettorale di Croce di 5mila euro, somma fornitagli dalla S.C.S. Costruzioni Edili con un altro bonifico, disposto da Emanuele Capizzi su indicazione di Giuseppe Capizzi; Spitaleri invece il 19 maggio 2022 ha effettuato un altro bonifico di 5mila euro sul conto elettorale di Croce, somma sempre proveniente dalla S.C.S. Costruzioni Edili.

 

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