Messina

Martedì 21 Maggio 2024

Ponte sullo Stretto, non contano più i sì o i no ideologici

«Nel dibattito intorno al Ponte sullo Stretto, c'è un protagonista che dovrebbe distribuire la parola al tavolo e invece è il convitato di pietra: l'Architettura. E non è un caso che di questa opera colossale quasi nessuno ricordi l'autore, l'ingegnere inglese William Brown (neppure uno qualunque ma il progettista di ponti sospesi più autorevole al mondo). Ridotto da tempo a tema da talk show, simbolo dell'approccio ideologico al futuro, “il Ponte a campata unica più lungo del mondo” sembra essere ovunque meno che dove dovrebbe: negli interventi dei professionisti più titolati a parlare, se non altro, delle questioni progettuali e costruttive». Meraviglioso l’attacco dell’approfondimento dedicato al Ponte sullo Stretto di Messina, pubblicato da “Interni”, una delle più importanti riviste specializzate nazionali di Architettura e Design, edita da Mondadori Media Spa. Ed è altrettanto significativa la metafora che segue: «È come se a un certo punto il relatore principale di un convegno avesse deciso di sparire senza neanche parlare, portandosi via le slide e il microfono». E il senso della riflessione di alcuni tra i più prestigiosi architetti italiani è tutta in un interrogativo: «C'è ancora spazio per una discussione laica, in cui gli architetti e l'Architettura si riprendano il proprio posto?». A chiederselo, tra gli altri, un volto molto conosciuto tra le due sponde dello Stretto, Alfonso Femia, architetto di origini calabresi, co-fondatore (assieme alla docente universitaria messinese Francesca Moraci) della Biennale dello Stretto e componente della Commissione di studio sul Ponte che supporterà il Comune di Villa San Giovanni. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina

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