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Barcellona, il caso della morte del muratore Angelo Benenati: imprenditore edile 49enne condannato a 4 anni

Il tribunale di Barcellona

Si è concluso solo adesso, con una sentenza di condanna a 4 anni di reclusione, a distanza di oltre 10 anni dai fatti, il processo di primo grado nei confronti di un datore di lavoro, imputato di omicidio colposo per il tragico infortunio sul lavoro in cui perse la vita il muratore Angelo Benenati, nel settembre 2013 per le conseguenze di una caduta dal secondo piano mentre lavorava alla costruzione di un balcone di un fabbricato di via Bellinvia. Con la sentenza di condanna di primo grado emessa nella tarda serata di mercoledì scorso, il giudice monocratico Noemi Genovese ha riconosciuto colpevole del reato di omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, l'imprenditore edile Ottavio Giuseppe Miano, 49 anni di Barcellona. L'uomo è stato così condannato per la morte di Benenati che, per essere impiegato nel cantiere, era stato reclutato in nero.
Il titolare del cantiere edile aveva sempre negato l’esistenza di qualsiasi rapporto di lavoro con l’operaio deceduto, anche attraverso la complicità di altri dipendenti, per i quali pende separato procedimento penale per le ipotesi di reato di false informazioni al Pm; ed è questa la ragione per cui nel processo si è resa necessaria l’audizione di almeno 40 testimoni per la ricostruzione dei fatti.

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