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Messina, la piazza di spaccio a Fondo Fucile: i retroscena dei 26 arresti

Il ruolo di Caroline Currò e di altri parenti, il principale fornitore era Antonino Guerrini

Fratelli, genitori, compagne, cognati, consuoceri. E pure l’infermiere amico, perché un buon aggancio in ospedale, specie in tempi di Covid, fa sempre comodo. Avveniva tutto – o quasi – in famiglia, nella piazza di spaccio di Fondo Fucile. La famiglia è quella dei Coppolino, imparentati coi Turiano di Mangialupi. E la piazza di spaccio è stata “ripulita” dalla polizia di Stato, con un blitz, diretto e seguito in prima persona dalla questora Gabriella Ioppolo, che ieri mattina all’alba ha portato all’arresto di 26 persone, metà in carcere, metà ai domiciliari.
Un’attività di indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina e condotta dalla Squadra Mobile, iniziata nella seconda metà del 2020 e, in particolare, da una perquisizione, avvenuta il 30 settembre di quell’anno nell’abitazione di Fondo Fucile in cui abitavano Andrea Coppolino, la compagna Caroline Currò e i genitori del primo, Giovanni Coppolino e Sonia Longo, e in altre due case adiacenti, nelle quali venivano trovati “mazzi” di banconote, rispettivamente, per 10 mila, 37 mila e 41 mila euro. Niente droga, però. Da quel blitz i poliziotti andranno via solo con un grosso carico di sospetti, che verranno avvalorati nei due anni successivi.

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