Una folla di persone provenienti da tutta la Sicilia e non solo per incontrare padre Michele Bianco: il noto teologo e esorcista della diocesi di Benevento è stato ospite della comunità S. Maria Incoronata di Camaro superiore, per la chiusura della seconda Settimana eucaristica. Una presenza, la sua, particolarmente attesa, come ha spiegato il parroco, mons. Francesco La Camera, da tanti fedeli che il sacerdote, giunto in città al mattino, ha ricevuto e ascoltato. Moltissime persone che hanno voluto incontrarlo per ricevere da lui la speciale benedizione. Nel pomeriggio, dopo la catechesi tenuta sul tema “Pentecoste e Eucarestia: mangiare l’Amore”, padre Bianco ha concelebrato la messa presieduta dal vescovo ausiliare Cesare Di Pietro e al termine ha animato la preghiera di intercessione e guarigione, animata dal gruppo musicale “Il resto d’Israele” del Rinnovamento nello Spirito. Un momento particolarmente intenso suggestivo nel corso del quale alcuni dei presenti hanno ricevuto la grazia del cosiddetto “riposo dello Spirito”, una condizione di trance momentanea nella quale il soggetto si abbandona a se stesso cadendo per terra, come se dormisse. Padre Michele Bianco, originario di Baselice nel Beneventano, è un noto docente universitario, ordinario di Filosofia, perito in “re historica et archivistica” nella causa di canonizzazione del venerabile Giovanni Palatucci e autore di saggi filosofici e teologici. La sua “storia carismatica” inizia a 25 anni, poco dopo l’ordinazione sacerdotale, quando si inginocchia per la prima volta davanti alle reliquie di San Ciriaco nel santuario di Torre Le Nocelle, che viene affidato alle sue cure pastorali. Un giorno due sconosciute, madre e figlia provenienti dal Piemonte, suonano alla porta della canonica. Hanno sentito parlare della fama di esorcista di San Ciriaco e domandano a al sacerdote una benedizione. Al segno di croce la ragazza reagisce rotolandosi sul pavimento; padre Michele capisce che si tratta, a suo avviso, di «un caso di possessione diabolica» e impugna prontamente un crocifisso che la presunta “posseduta” spezza con lo sguardo. Il novello sacerdote inizia allora a pregare con fervore e ottiene la “liberazione” della ragazza. Si manifesta così «il suo straordinario dono di liberazione», che risveglia la secolare tradizione legata a san Ciriaco e al Santuario di Torre Le Nocelle. La gente comincia ad accorrere per farsi benedire, ottenendo anche guarigioni. Nel 1994 don Michele Bianco ottiene da Roma la preziosa reliquia del sangue di san Ciriaco, custodita nella chiesa di Santa Maria in Via Lata. Da quel momento le guarigioni e le liberazioni si moltiplicano a dismisura e il luogo diventa meta di pellegrinaggi da ogni parte d’Italia e del mondo.