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Giro di tangenti a MessinAmbiente, condannato solo l’ex contabile

Si chiude con una condanna e tre dichiarazioni di prescrizione il processo sulle presunte tangenti a MessinAmbiente, per un’inchiesta dell’ormai lontano novembre del 2015. Solo ieri pomeriggio s’è celebrata l’ultima puntata del processo di primo grado. Si tratta dell’ultima inchiesta che in ordine di tempo s’è occupata di MessinAmbiente, il “pozzo senza fondo” di parecchie amministrazioni comunali che s’è occupata di gestione dei rifiuti per quasi un ventennio.
Il processo si è concluso ieri davanti alla seconda sezione penale del tribunale presieduto dalla giudice Maria Eugenia Grimaldi. Riguardava in prima battuta anche Armando Di Maria, l’ex commissario liquidatore dell’azienda, che nel frattempo è deceduto, e riguardava ora l’ex responsabile amministrativo contabile Antonino Inferrera, gli imprenditori Marcello De Vincenzo e Francesco Gentiluomo, e infine il broker assicurativo di Milazzo Antonino Buttino.
La sentenza. A Inferrera sono stati inflitti 4 anni e mezzo di reclusione per l’ipotesi di peculato, mentre sono state cassate dai giudici con la prescrizione le ipotesi di corruzione per lo stesso Inferrera e poi per De Vincenzo, Gentiluomo e Buttino. A carico di Inferrera anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, la confisca del profitto del reato, circa 5mila euro, e il risarcimento dei danni alle parti civili.
Gli imputati sono stati assistiti nell’intera vicenda, dalla prima fase, dagli avvocati Giuseppe Carrabba, Tommaso Calderone, Giulia Di Pietro, Fabio Repici, Tommaso Autru Ryolo, Giuseppe Zanghì, Vittorio Di Pietro, Giuseppe Forganni e Danilo Di Salvo.

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