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Messina, lo “spaccavetrine” sarebbe dovuto stare in una comunità protetta

La vicenda del 23enne arrestato dalla Polizia dopo le incursioni nei negozi del centro

In questi giorni convulsi per l’incubo dello “spaccavetrine” che ha seminato realmente il panico nei negozi del centro e non solo in quelli, l’arresto da parte della polizia è sembrato a tutti un “toccasana” per concludere tutto in bellezza. Ma dietro questa strana storia per fortuna conclusa, in realtà c’è dell’altro da analizzare.

Ed è tutto tra le pieghe dell’allarme che lancia la presidente del tribunale di Sorveglianza Francesca Arrigo. La quale spiega che in realtà, il 23enne che ha girovagato in lungo e in largo per negozi spaccando tutto, è un soggetto con problemi psichici che andrebbe aiutato in maniera diversa prima di commettere reati, dei quali non si rende neanche bene conto, non percependo in realtà la concreta gravità del suo modo di fare.

In fondo, quindi, è tutto il sistema giustizia che con lui ha fallito, perché non ha saputo prevenire con cure, e soprattutto strutture adeguate, quello che poi è successo. E nel nostro Paese si sono verificati anche di recente episodi ben più gravi di questo, addirittura con casi di omicidio.
«Nel caso concreto si tratta di una persona - spiega la presidente Arrigo -, che era sottoposta alla libertà vigilata, misura che è stata aggravata nel novembre del 2022 dal magistrato di sorveglianza, che all’epoca decise la misura del ricovero in Rems, la Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza. Purtroppo questa misura non ha mai trovato esecuzione da parte della competente Procura, a causa della mancanza di posti nella Rems».

Presidente, ma come è possibile che accada questo?
«Questo è un problema che purtroppo è stato già attenzionato all’assessorato regionale alla Salute, e anche al Dap, però senza nessuna soluzione, perché sono numerosi i casi di soggetti che dovrebbero essere ricoverati in Rems e invece sono a piede libero per mancanza di posti a disposizione».

In concreto qual è il problema?
«Il problema è dovuto al fatto che intanto erano previste quattro Rems nella regione Sicilia, e invece ne sono state realizzate solo due, una a Naso e una a Caltagirone, che però sono sempre piene, anche perché i posti letto sono soltanto venti per ciascuna struttura, quindi quaranta per tutta la Sicilia. Il vero nodo è che sarebbe necessario investire fondi e risorse umane nella cura del malato psichiatrico autore di reato, aumentando il numero di Rems sul territorio e dotandole di adeguate piante organiche. Ma in generale c’è oggi anche un problema della cura del reo malato psichiatrico, perché sono necessari più medici psichiatri. E in verità, se la vogliamo dire tutta, sarebbe necessario che la cura intervenisse prima della commissione del reato, nei malati psichiatrici. La chiusura degli Opg ha comportato in realtà la inadeguatezza della risposta del sistema, perché non c’è un numero adeguato di strutture in relazione ai malati psichiatrici autori di reati».

Il 23enne arrestato di recente ha letteralmente terrorizzato per giorni i commercianti del centro cittadino. È stato bloccato dalla polizia dopo una scorribanda in un negozio di casalinghi-discount. Ma in precedenza aveva messo a segno parecchi colpi nella zona di corso Cavour, da un parrucchiere di via largo Seguenza e un fruttivendolo, e anche in un negozio d’abbigliamento sul corso Cavour, più un altro esercizio commerciale in via Palermo. Aveva agito anche in un noto locale notturno di via Garibaldi. Il modus operandi sempre lo stesso. Schiantata la vetrina della porta d'ingresso, in pieno giorno e in pieno centro città, il ragazzo era entrato nel locale per rubare una manciata di euro dalla cassa. Probabilmente senza capire bene quello che stava facendo, esaltato dalla sua condizione mentale di non strutturazione consapevole con la realtà.

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