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Arresti domiciliari con braccialetto elettronico per lo "spaccavetrine" di Messina

Dalla libertà vigilata ai domiciliari con braccialetto elettronico, in seguito all’arresto in quasi-flagranza di reato. Lo ha deciso la giudice Monia De Francesco all’esito dell’udienza di convalida a carico di Vincenzo Cannaò, 23 anni, messinese, ormai noto come lo “spaccavatrine” - anche se le incursioni precedenti a quella costatagli il fermo da parte della Squadra volante, all’1.35 di sabato scorso, devono ancora essere verificate in toto e quindi contestate, eventualmente, all’indagato. Tornando strettamente alle contestazioni che lo vedono protagonista, il 23enne – difeso dall’avvocato Oleg Traclò – deve rispondere di furto aggravato, in quanto si è introdotto, in orario notturno, in un esercizio di casalinghi, alimentari; cartoleria e gadget, di via della Munizione, dopo aver forzato la saracinesca. Il bottino? Solo quattro scatole di cioccolatini Ferrero Rocher e altre confezioni di Baci Perugina, oltre a 25 euro in monete contenute nella cassa del negozio.

Cannaò è stato bloccato dalla polizia in via Geraci, nei pressi dell’incrocio con via Ghibellina, con parte della refurtiva poco prima asportata. Gli agenti hanno notato che aveva una ferita lacero contusa sul dorso della mano destra. Chieste spiegazioni, ha farfugliato varie risposte contrastanti, per poi riferire di essersela procurata mentre consumava un furto in un esercizio commerciale di via Napoli, alle 19.30 circa del 26 gennaio scorso. Circostanza confermata dalle Volanti, intervenute quella sera dopo aver notato una porta in frantumi e tracce ematiche sul posto. Sottoposto a perquisizione, tra le altre cose, Cannaò è stato trovato in possesso di modica sostanza del tipo crack e di una banconota da 20 euro. In merito ai cioccolatini, ha detto prima di averli ricevuti in regalo, poi di averli rubati in un negozio vicino a piazza Antonello. Quindi, ha fornito agli operanti indicazioni del luogo dallo stesso “visitato” in precedenza, proprio l’attività commerciale di via della Munizione. Nel corso degli accertamenti, gli uomini delle Volanti hanno visionato le immagini delle telecamere di sorveglianza, contenenti le fasi salienti della scorribanda: dalla forzatura della saracinesca al furto di dolci e denaro, fino all’atto di sferrare un calcio violento alla porta. Il tutto a volto scoperto.

Ed ecco, cosa scrive la giudice nel provvedimento di convalida dell’arresto: “Dall’attività investigativa è emerso che Cannaò si è reso responsabile di numerosi furti aggravati – consumati o tentati e ulteriori rispetto a quelli confessati la sera dell’arresto – in diversi esercizi commerciali cittadini, tutti caratterizzati dalle stesse modalità operative, ossia la forzatura di una saracinesca o la rottura di vetri delle porte. Proprio in ragione del reiterarsi di tali condotte, il malvivente – senza ombra di dubbio riconosciuto dagli operanti di Vincenzo Cannaò – ha assunto lo pseudonimo di “spaccavetrine”. E risulta che sia sottoposto a libertà vigilata, che gli imponeva la permanenza nel suo domicilio dalle 21 alle 7 e sia destinatario di una misura di sicurezza, non ancora eseguita, per indisponibilità di posti presso una Rems”. Anche se, “salvo ulteriori approfondimenti investigativi sulle condizioni di salute di Cannaò, non vi sono allo stati elementi per ipotizzare che si trovasse in condizioni di incapacità di intendere e di volere al momento del fatto”. Stessa, cosa, peraltro notata in sede di interrogatorio di garanzia, in cui “si è mostrato lucido, rispondendo in modo consapevole e preciso alle domande a lui rivolte”.

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