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Quel "demonio" del crack: a Messina più assuntori e meno denunce

Sono 45 le persone con problemi di dipendenza dagli stupefacenti in cura a Messina nelle strutture di San Jachiddu e Campo Italia

L’allarme arriva da chi quotidianamente tocca con mano situazioni gravissime e mette in campo il massimo sforzo per combatterle: «Ormai il consumo di droghe sintetiche, come il crack, è dilagante tra i giovani, soprattutto tra i ventenni. Ne ospitiamo un numero crescente». A dirlo è Domenico Incorvaia, presidente della cooperativa sociale F.A.R.O (Fraterno aiuto riabilitazione e orientamento). Sono 45 le persone con problemi di dipendenza dagli stupefacenti in cura a Messina: «Si tratta per lo più di assuntori di cocaina, eroina e crack, appunto», aggiunge l’educatore e presidente del Centro di solidarietà – fondato nel 1983 su iniziativa della Caritas Diocesana – che nella città dello Stretto vanta due sedi, una nella zona di San Jachiddu e un’altra a Campo Italia. E un altro aspetto che fa riflettere chi è in prima linea per rimettere sui giusti binari chi ha attraversato momento bui riguarda le denunce: «In passato, alcuni decenni fa, ci imbattevamo ad esempio in numerose “mamme coraggio” che avevano il coraggio di raccontare i disagi dei loro figli finiti nel tunnel delle droghe – aggiunge Incorvaia –. Oggi molte cose sono cambiate. C’è meno propensione alla denuncia. Spesso i nuclei familiari si mostrano impotenti dinanzi al fenomeno.

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