Dalle idee alle parole, ai piccoli gesti della quotidianità spesso scontati, a volte svuotati di significato, quelli che danno un senso al nostro essere persona, una parte fondamentale di quel “tutto” chiamato comunità, famiglia, gruppo, la parola d’ordine è una: gentilezza. Un termine che assomma in sé tanti significati, legato a valori quali accoglienza, tolleranza, creatività, talento. Lo sanno bene i giovani dell’Istituto d’istruzione superiore “Minutoli”, una scuola aperta all’ascolto e al dialogo, protesa alla formazione integrale della persona nel rispetto delle diversità, che accogliendo la sollecitazione del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, rivolta alla comunità educante in seguito agli ultimi drammatici episodi di violenza, si è voluto fare portavoce di un messaggio sul valore dell’affettività e del rispetto, promuovendo una giornata destinata a diventare un appuntamento annuale fisso.
“Non dimentichiamo la gentilezza” è il titolo dell’evento che, ieri al Palacultura, ha visto docenti, studentesse e studenti delle classi del triennio dei plessi scolastici Minutoli, Quasimodo, Cuppari protagonisti di una straordinaria mattinata all’insegna delle arti performative. Un’occasione importante non solo per la scuola, ma per l’intera cittadinanza rappresentata dal sindaco Federico Basile e dal dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Stello Vadalà, che accolti dal dirigente Piero La Tona hanno sottolineato il valore di iniziative come questa, attraverso le quali i giovani si fanno portavoce della società civile.
«Vorrei che il rispetto reciproco diventasse per voi una reale consuetudine» ha detto Vadalà, stigmatizzando gli infiniti atti di violenza che ormai imperversa ovunque, «anche quella contro docenti, dirigenti e personale scolastico» ha detto il provveditore, sottolineando l’impegno di chi ogni giorno si mette a disposizione dei giovani, sostenendoli nel percorso di crescita culturale e personale. Testimonial d’eccezione dell’evento, coordinato dalla docente Ivonne Cannata, il cantautore, attore e regista Mario Incudine, icona di quella sicilianità legata alle radici di un popolo che nel corso della storia si è sempre fatto portavoce di gentilezza.
«La gentilezza è una virtù rara, un modo di essere, un atto rivoluzionario» ha detto il multiforme artista, come rivoluzionaria è la sua musica che parla di accoglienza e legalità, inclusione e diversità, che ha galvanizzato tutti con le canzoni pregne di ritmo e significato, una vera e propria lezione di arte e vita che la comunità del Minutoli porterà sempre con sé.
La mattinata è proseguita con le bellissime performance proposte dai ragazzi insieme ai docenti, una “summa” dei laboratori artistici che l’Istituto propone nel corso dell’anno, attraverso i quali, ha detto La Tona, «aiutiamo i nostri giovani a scoprire il proprio talento». E a proposito di gentilezza e di rispetto, di arte e talento su quel palco, scaldato dalle voci e dalle voci dei giovani del Minutoli, Incudine ha parlato del progetto “Cu resta arrinesci”, che prevede la realizzazione di una residenza teatrale nel borgo di Cerami nell’ennese, per portarvi nomi illustri della cultura, della musica e del teatro. Un progetto di riscatto che partirà delle comunità dell’entroterra colpite dallo spopolamento, per poi coinvolgere i giovani dell’intera Isola.
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