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Il Ponte, palcoscenico delle “giravolte”: le posizioni di un tempo, da Salvini alla Cgil, sono cambiate

Il Ponte sullo Stretto, non ancora realizzato, è una sorta di palcoscenico ideale per gli “artisti” delle “giravolte”. Sono state citate più volte le affermazioni, risalenti a oltre cinque anni fa, del leader della Lega Matteo Salvini, che ridicolizzava l’iniziativa dell’allora premier Matteo Renzi, sostenendo l’inutilità e l’impossibilità di realizzare l’opera alla quale, invece, adesso, da ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, vuol legare il suo nome per passare alla Storia.
Il “pontista” Anthony Ma sentite questa: «Sono sempre stato a favore del Ponte sullo Stretto, è un'idea affascinante, una soluzione a lungo periodo per i trasporti... Il rischio di infiltrazioni mafiose c'è ma va affrontato. Ormai la Sicilia è matura per realizzare quest'opera di cui si discute dal Dopoguerra». Parola dell’assessore regionale al Turismo. Erano i tempi del governatore Crocetta. Quell’assessore era Anthony Barbagallo, oggi leader regionale del Pd, il partito che ha deciso di cavalcare il “fronte del No”, definendo il Ponte sullo Stretto un “capriccio” di Salvini.
Ma anche le posizioni delle organizzazioni sindacali, tranne l’eccezione della Cisl (che è sempre stata e rimane favorevole alla grande opera), hanno molto oscillato in questi decenni. Prendiamo la Cgil, il “sindacato dei lavoratori”, i cui segretari nazionali, per anni e anni, venendo a Messina, esaltavano la prospettiva del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria, vista come occasione di riscatto per il Sud, di lavoro e di sviluppo economico, oltre che simbolo di unione. Posizioni distanti anni luce da quella attuale, sintetizzata nelle parole di ieri del segretario generale della Cgil Messina Pietro Patti

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