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La guerra di mafia dei "Barcellonesi", quei ragazzi che minavano l'autorità uccisi per punire gli "sgarri"

Furti e spaccio senza autorizzazione, per il clan una sfida da punire nel più crudele dei modi

La guerra di mafia del feroce clan dei Barcellonesi non risparmiava neppure i giovanissimi, puniti per furti e "sgarri". Decretati infatti dai vertici della famiglia di Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese, omicidi per punire alcuni ragazzi che avrebbero commesso furti o spacciato sostanze stupefacenti senza aver ricevuto una preventiva autorizzazione da parte dell’associazione.

Emerge dall’operazione «Inganno» dei carabinieri del Ros. Comportamenti considerati «potenzialmente idonei - spiegano gli inquirenti - a minare l’autorità dei vertici del sodalizio». Insomma, una sfida da punire nel più crudele dei modi.

Il provvedimento di oggi scaturisce dalle indagini avviate nel gennaio 2023 dai Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale su delega della locale D.D.A. che hanno consentito di accertare come gli arrestati, alcuni dei quali già condannati con sentenza definitiva per essere capi e promotori dell’associazione di stampo mafioso c.d. dei “Barcellonesi”, abbiano preso parte, in qualità di mandanti o esecutori materiali, ai seguenti fatti di sangue, commessi nell’ambito della cruenta guerra di mafia che ha afflitto negli anni novanta la Provincia di Messina.

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