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"Inganno": le dichiarazioni del pentito Micale inchiodano il clan di Barcellona. Il VIDEO dell'operazione

L’attività investigativa dell'operazione "Inganno" che ha portato all'arresto di 7 persone a Barcellona indagate di più delitti, tra cui anche l'omicidio premeditato aggravato del metodo mafioso, commesso al fine di agevolare le attività mafiosa, avvalendosi anche delle recenti dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Salvatore Micale, già appartenente al clan mafioso dei Barcellonesi, ha permesso di accertare che gli odierni indagati avrebbero nel complesso partecipato, con differenti ruoli, ai 13 agguati tutti eseguiti con le classiche metodologie mafiose utilizzando armi da fuoco e cogliendo di sorpresa le vittime, togliendo in totale la vita a 13 persone di età compresa tra 21 e 55 anni.

Oltre ai verbali di Salvatore Micale, i magistrati antimafia hanno preso in considerazione quanto nel tempo hanno dichiarato altri pentiti. Si tratta di Carmelo D'Amico, che per molti anni è stato il capo dell'ala militare di Cosa nostra barcellonese e poi s'è voluto sedere invece al tavolo principale del gruppo con i vari boss Rao, Barresi e Di Salvo, e poi del fratello Francesco D'Amico, di Santo Gullo, Nunziato Siracusa, Carmelo Bisognano e Aurelio Micale.

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