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Messina, con Caruso e Cuffaro la Dc torna in Consiglio: bagno di folla ieri a palazzo Zanca

Giovanni Caruso e Totò Cuffaro arrivano insieme, a palazzo Zanca. Il primo in abito scuro, giacca e cravatta, il secondo con un look volutamente low profile, quasi a voler trasmettere messaggi precisi anche con l’immagine. Inizia così il ritorno della Democrazia Cristiana in consiglio comunale (e alla terza Municipalità, dove lo scudocrociato verrà indossato da Nunzio Signorino): con Caruso che annuncia l’adesione al partito della Balena Bianca e l’ex presidente della Regione che rispetta il suo vecchio nomignolo di vasa vasa, immergendosi in una folla che al municipio non si vedeva da tempo. «C’è tanta gente che si accosta non a Totò Cuffaro, ma alla Democrazia cristiana, ai suoi principi – dice l’ex governatore –. Evidentemente c’era un sentimento democristiano sopito, ma non spento». Poi ammette: «Rifletto con grande sincerità sul fatto che sia veramente strano che la gente, potendo scegliere tra tanti partiti, scelga di stare in un partito in cui c’è uno come me, che ha avuto problemi con la giustizia, seppur scontati con dignità. Questo mi meraviglia, ma se la gente fa questa scelta non posso che prendere un impegno con loro, di fare esperienza degli errori che ho fatto, di evitare di farne altri, soprattutto dal punto di vista della legalità e dell’impegno antimafia, e di far valere le ragioni di chi crede in un progetto».
E quelli di Cuffaro non sono stati problemi qualunque: una condanna definitiva per favoreggiamento personale verso soggetti appartenenti a Cosa nostra, scontata con quasi cinque anni di carcere a Rebibbia. Una pagina del passato, secondo Caruso, che due anni fa era stato eletto con la lista civica di centrosinistra, “De Domenico Sindaco”.

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