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Furto di gasolio al porto di Milazzo, avvisi di garanzia a 24 marittimi. I NOMI

La Procura di Barcellona ha chiuso le indagini preliminari

La Procura di Barcellona ha concluso il suo lavoro nell’inchiesta sui furti di carburante al porto di Milazzo. Ragion per cui, la sostituta Emanuela Scali ha firmato l’atto di avviso delle conclusioni delle indagini preliminari e informazione di garanzia nei confronti di 24 marittimi.

I nomi

Destinatari sono Alessandro Alioto, 50 anni; Giuseppe Barbera, 61 anni; Rosario Bertè, 61 anni; Giuseppe Brunini, 54 anni; Francesco Buta, 33 anni; Giuseppe Caizzone, 54 anni; Giuseppe Cambria, 51 anni; Francesco Castellano, 58 anni; Angelo Cavallaro, 66 anni; Vito Cento, 54 anni; Alessandro Corso, 45 anni; Giovanni De Luca, 56 anni; Gaetano Denaro, 52 anni; Salvatore Di Salvo, 58 anni; Francesco Duello, 57 anni; Antonio Giannetto, 59 anni; Salvatore Giannetto, 32 anni; Vincenzo Laganà, 57 anni; Francesco Lisciotto, 56 anni; Fortunato Musolino, 57 anni; Andrea Nania, 53 anni; Lucio Ponticorvo, 59 anni; Matteo Romagnolo, 58 anni; Agostino Zammataro, 51 anni. Sono difesi dagli avvocati Gaetano Pino, Nino Cacia, Fabrizio Formica, Alfonso Polto, Sebastiano Campanella, Rosaria Composto, Salvatore Silvestro, Rosa Amaddeo, Filippo Cusmano, Alessandro Cattafi, Maria De Simone, Simona Arasi, Marcello Mangraviti, Rosa Di Bernardo, Rosy Spitale, Danilo Santoro, Antonina Ventra, Santina Dante.

Nei 698 capi d’imputazione formulati dall’Ufficio inquirente guidato dal procuratore Giuseppe Verzera vengono contestate nuove ipotesi di reato rispetto al decreto di sequestro preventivo di 27 veicoli firmato dal gip del Tribunale di Barcellona Giuseppe Caristia lo scorso mese di luglio. In quel provvedimento, invece, i capi d’imputazione elencati erano 128, riferiti quindi a molti meno episodi. Le accuse messe nero su bianco dalla sostituta procuratrice di Barcellona Emanuela Scali spaziano dal furto aggravato al contrabbando di carburante, passando per il trasporto illecito, in contrabbando, con l’aggravante dell’abuso di prestazione d’opera.

I 24 indagati si sono serviti proprio di quelle vetture inizialmente requisite – e alcune delle quali successivamente restituite ai legittimi proprietari all’esito della decisione del Tribunale del riesame –, in quanto «tutte alimentate a gasolio». Nello specifico, dai rimorchiatori della società Augusta srl veniva sottratto “gasolio blu”, esente dall’accisa per la navigazione in acque marine comunitarie, ma destinato ai mezzi degli indagati o ceduto a terzi. E nel decreto del gip si sottolinea a chiare lettere che alcuni degli indagati fossero «pienamente consapevoli» anche delle conseguenze a cui sarebbero andati incontro.

Emblematiche, a tal proposito, alcune conversazioni intercettate dai miliari della Guardia di finanza che hanno effettuato gli accertamenti: «Che si dice a bordo?... Angelo che diceva... l’ha presa ieri?», «lui solo... gli altri non se ne sono fatta... eh?», «vengono tutti con i motorini per ora», «io non faccio più niente, per adesso... io quella mattina che ho fatto 7/14 sono andato con il bidone», «nel garage ne avevo quasi 300 litri e me la sono tolta tutta». E ancora: «Vado da un amico mo che è meccanico, il sedile ce l’ho già staccato, gli faccio fare un buco tanto, così mi riempio 50 bottiglie, mi metto in macchina e mi svuoto la nafta, chi mi vede?», «tutti ce la siamo presa, quindi là non c’è niente di cui vergognarsi».

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