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Università di Messina, la seduta del Cospecs del dicembre 2021: due indagati per falso davanti al gup

Le procedure controverse e le polemiche per “chiamare” il prof. Dario Tomasello. Il prof. Perconti e il segretario D’Attila hanno scelto il rito abbreviato

Università Messina

Una riunione del dipartimento di Scienze cognitive dell’Università, quella del 27 dicembre 2021, che doveva decidere se “promuovere” il prof. Dario Tomasello a professore di prima fascia con la chiamata diretta ex art. 24, è finita tra le carte giudiziarie di un processo che si aprirà il 1° febbraio del 2024.
La forma è quella dell’udienza preliminare, se ne occuperà la gup Tiziana Leanza, e gli imputati sono due: il prof. Pietro Perconti, che all’epoca dirigeva il Cospecs, e il funzionario amministrativo e segretario di quella seduta del consiglio del dipartimento, Giuseppe D’Attila. Entrambi, sono assistiti dagli avvocati Luigi Montagliani di Palermo e Giovanni Caroè di Messina, hanno chiesto di accedere al rito abbreviato.
Per loro due la pm Francesca Bonanzinga, che ha seguito l’inchiesta, portata avanti dai carabinieri della sezione di Pg, ipotizza il reato del falso del pubblico ufficiale.
Perché? Durante la seduta “incriminata”, quella del 27 dicembre 2021, il prof. Perconti come direttore del dipartimento e D’Attila come segretario verbalizzante, secondo la Procura avrebbero dichiarato il falso nel verbale, affermando che alle ore 16 - recita il capo d’imputazione -, i professori Rosalia Cavalieri e Antonio Pennisi erano “assenti giustificati”, aumentando in tal modo il numero necessario dei voti per ottenere la “maggioranza qualificata” nelle votazioni, posto che gli stessi non venivano ritualmente convocati ma vi era stata una convocazione ad horas senza comunicazione agli assenti della seduta delle 11 del medesimo giorno. Con un altro dato: che la falsità - è sempre la contestazione della pm -, atteneva ad un dato (il diritto di partecipare di tutti gli aventi diritto), destinato a provare il regolare espletamento delle operazioni di convocazione di tutti i componenti del dipartimento che compongono il consiglio e che fa fede fino a querela di falso.
Una “maggioranza” che secondo la pm in sostanza non era quindi qualificata, ma che sarebbe servita in quella data e in quella seduta a dire “no” al prof. Tomasello.
Dal punto di vista della difesa un argomento viene ritenuto tranciante per provare l’insussistenza del falso, ovvero che nel pomeriggio di quel 27 dicembre non si trattava di una nuova seduta ma della prosecuzione naturale della seduta convocata la mattina, senza la necessità tecnica di riconvocazione.
Tutto questo accadeva qualche tempo dopo lo scandalo nazionale dei testi copiati dal prof. Tomasello al prof. Amoroso, accusa dalla quale il docente fu poi assolto, chiedendo quindi di partecipare alle progressioni di carriera. Ma poi fu il Tar a metterlo in sella nel posto di professore di prima fascia.
E proprio dalla decisione del Tar scaturì questa inchiesta, oltre che dall’esposto che inviò in Procura l’allora rettore Salvatore Cuzzocrea dopo il servizio dell’inviato de “Le Iene” Gaetano Pecoraro, in cui c’era anche un’intervista al prof. Perconti su questa vicenda del prof. Tomasello.
È una storia comunque complicata questa. Lo stesso rettore Cuzzocrea venne sentito all’epoca, era il 27 febbraio del 2023, dalla pm Bonanzinga, per raccontare la sua versione dopo l’esposto.
Nel 2021 per esempio, ad ottobre, la commissione che era stata nominata dal Cospecs per “chiamare” il prof. Tomasello registrò le dimissioni a catena dei vari membri. L’ex rettore Cuzzocrea dichiarò tra l’altro alla pm: «... su mille procedure concorsuali dell’ateneo durante il mio periodo da rettore, questa è l’unica che ha avuto queste difficoltà. Non ho elementi in merito al cambio di decisioni assunte dal dipartimento, ma dalla lettura dei verbali mi rendo conto che i professori intervenuti nelle sedute del dipartimento, per la maggior parte, erano favorevoli alla promozione del Tomasello a prof. di prima fascia».

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