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Risanamento, a Messina si accelera sul serio. Il commissario Scurria: «Entro marzo verranno demolite altre 8 baraccopoli»

«Dove c’eravamo lasciati? Da un impegno: affrontare al più presto le situazioni più gravi. Lo abbiamo già fatto, lo stiamo facendo». Il subcommissario per il Risanamento, l’avv. Marcello Scurria, fa il punto sulla programmazione degli interventi finanziati dalla legge speciale per Messina, quella che porta il nome dell’ex ministra Mara Carfagna (e alla quale ha contribuito in maniera decisiva la deputata di Forza Italia, e attuale sottosegretaria, Matilde Siracusano). E poi si lascia andare a una “profezia”: «Il 2024 “annus mirabilis” del Risanamento, non si tratta di annunci o buoni propositi, ma di fatti concreti. Entro il prossimo mese di marzo saranno demolite otto baraccopoli».
È un bel confronto quello andato in onda su Rtp, durante la puntata di “Scirocco”, il talk condotto da Emilio Pintaldi. Presenti, assieme a Scurria, il vicesindaco e assessore al Risanamento Salvatore Mondello, il presidente dell’Ordine degli ingegneri e ingegnere capo del Genio civile (in questa veste è stato nominato dal governatore Schifani quale soggetto attuatore della legge speciale, subentrando a Invitalia) Santi Trovato, il presidente di Arisme Vincenzo La Cava e il dott. Vincenzo Picciolo, responsabile dell’Azienda sanitaria provinciale.
Si comincia, dunque, da quello che Scurria ha definito il “cordone sanitario” avviato per i soggetti “fragilissimi” e “fragili”. Con un grande lavoro fatto in sinergia con Asp, Comune e Arisme, l’Ufficio commissariale ha potuto far fronte alla prima priorità che era stata indicata dallo stesso Scurria: «Prima di tutto, devono uscire dalle baracche le persone in condizioni gravi». E si è proceduto con l’acquisto di 127 alloggi assegnati proprio ai disabili gravissimi, a quelli con invalidità cento per cento e poi ad altre situazioni molto serie segnalate dall’Asp. «Abbiamo fatto passi avanti importanti – spiega il subcommissario –, dando una casa dignitosa ai “fragilissimi”. Alcuni, purtroppo, hanno deciso di rimanere in baracca ma cerchiamo di convincerli a trasferirsi altrove. Entro il 15 gennaio vorremmo chiudere questa fase, dando una soluzione abitativa anche a tutti i “fragili”, per passare poi agli sbaraccamenti».

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