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Messina, è polemica sul ritardo degli sgravi Tari: botta e risposta Oteri-Cicala

Le riduzioni solo nel 2024 per la mole di domande non digitali, il consigliere Oteri attacca: «calcolati male i tempi»

Lo scivolamento dell’erogazione delle riduzioni e delle esenzione sulla Tari al 2024 ha scatenato un serrato dibattito a Palazzo Zanca. Dopo le dichiarazioni dell’assessore Roberto Cicala che ha voluto sottolineare come l’arrivo di 4.251 domande in formato cartaceo e non in maniera digitale obbligheranno gli uffici dai 3 ai 4 mesi di lavoro per la realizzazione della graduatoria utile per l’assegnazione degli aiuti riservati alle fasce più disagiate. Quando in Consiglio comunale fu deciso di stanziare oltre 700 mila euro per questi “aiuti” fu votato un emendamento per il quale le istanze potevano essere presentate anche con un modulo da compilare manualmente, piuttosto che solo attraverso una piattaforma digitale.
«Sono inaccettabili le giustificazioni date al già preannunciato ritardo nello stilare le graduatorie – dice Cosimo Oteri, consigliere di Forza Italia –. Con ogni probabilità l’assessore ha mal calcolato i tempi di consegna ed il numero di domande che sarebbero pervenute agli uffici, sia in modalità cartacea che digitale. Il consiglio comunale stesso (non solo le forze di opposizione) si è espresso a favore anche del formato cartaceo poiché doveroso venire in contro alle persone che non hanno dimestichezza coi servizi telematici, dunque senza appunto usare alcuna forma discriminatoria, probabilmente l’assessore non conosce la realtà di molte famiglie messinesi, scrive di Caf che hanno aiutato i cittadini a compilare la domanda cartacea piuttosto che telematica, nessun Caf di Messina era autorizzato a farlo». Il capogruppo azzurro prosegue con un invito: «Se il dipartimento è carente di personale l’assessore si faccia carico col proprio sindaco di provvedere ad un aumento di forze umane e anziché lamentare possibili ritardi dovuti a domande cartacee avrebbe dovuto pensare a possibili affidamenti esterni del servizio».
L’assessore Cicala a stretto giro ha fatto arrivare la sua risposta. «L’Amministrazione ha deciso di destinare una quota di 733.000 euro per agevolazioni Tari anno 2023 secondo una graduatoria basata sul valore di Isee da zero a un massimo di 13.500». Ricorda come nella proposta di delibera portata in Consiglio era stato previsto che le domande dovessero essere presentate attraverso una piattaforma digitale «per far sì che si arrivi celermente ad una graduatoria, che non vi siano errori, e aspetto altrettanto importante, che si attui un sistema di trasparenza assoluta. Viene specificato altresì che sarà possibile delegare altro soggetto per chi è sprovvisto dello strumento digitale, ad esempio uffici di patronato, parrocchie, onlus, associazioni di volontariato, consulenti, commercialisti, parenti, amici, etc..». Poi Cicala passa alle considerazioni più politiche. «Purtroppo, una parte del consiglio comunale – prosegue Cicala – dal PD, a Fratelli d’Italia, Forza Italia, alla Lega e il gruppo Ora Sicilia, ha deciso che le domande dovessero essere presentate anche in maniera cartacea, contro ogni regola che invita i Comuni ad implementare ogni processo di digitalizzazione, attraverso un emendamento alla proposta di delibera. La protesta di Oteri appare quindi alquanto bizzarra per due ordini di motivi. Primo perché è lui che ha proposto emendamento e l’ha votato per consentire di inoltrare le domande cartacee. Secondo, perché sia in seduta di commissione che di consiglio ho ribadito più e più volte che qualora le domande fossero state presentate in cartaceo, non si sarebbe potuto erogare il contributo di riduzione Tari nella bolletta di saldo 2023».

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